L’FD 17mm f/4 adotta uno schema retrofocus ad 11 lenti in 9 gruppi, con un sistema flottante che – a brevi distanze – modifica lo spazio fra il modulo anteriore L1 – L4 e quello posteriore L5 – L11 (la configurazione raffigurata si riferisce alla distanza minima di 0,3m: ad infinito il gruppo L5 – L11 risulta più arretrato e spaziato rispetto alla lente L4); la focale effettiva è di 17,4mm e lo spazio retrofocale è pari a 2,0714 volte la focale, quindi 36,042mm. L’obiettivo utilizza, come di consueto in casa Canon, vetri ottici forniti dalla Ohara ed adotta 4 elementi alle Terre Rare: due Crown al lantanio (L1, L2) e due Flint al lantanio (L5, L12); il grosso menisco L6 veniva realizzato con un vetro Crown ora obsoleto, mentre la lente K9 prevede un Dense Flint ad alto contenuto di piombo, non più a norma: sarebbe dunque impossibile, oggi, produrre ancora quest’obiettivo con la formulazione originale. Canon ha sempre sbandierato il doppietto acromatico costituito dalle lenti L10 ed L11, ed in effetti in questo elemento troviamo abbinato un vetro Fluor Crown ai fluoruri a bassa dispersione tipo Ohara FSL5 con un Dense Flint ad altissima rifrazione (addirittura 1,923) ed alta dispersione (vD= 20,9): l’intento di questa prova di forza era quello di contenere il più possibile l’aberrazione cromatica, un intento che, come andremo a vedere, non fu perseguito in modo perfetto… Giova ricordare che Kikuo Momiyama, uno dei progettisti, sarà anche il padre del celebre FD 24mm f/1,4 SSC Aspherical.
Il Canon ‘FD 17mm f/4 riscosse un discreto successo per la qualità costruttiva, la compattezza, la risolvenza abbastanza uniforme, seppure non eccezionale, ed il prezzo competitivo, una caratteristica comune a tutti gli obiettivi FD, sempre abbinati ad un favorevole value for money.
Con un notevole salto temporale e concettuale, il Canon EF 17mm f/4 TS-E L fu lanciato nel 2009 assieme alla versione evoluta del già esistente 24mm f/3,5 TS-E L, denominata appunto “mark II”; si tratta di obiettivi dal nocciolo ottico molto moderno che rappresentano uno dei sogni del fotografo creativo/d’architettura targato Canon.
Queste due versioni grandangolari serie L, diversamente dai modelli 45mm e 90mm, rimasti nella configurazione iniziale, si avvantaggiano di una montatura evoluta che permette un decentramento di 12mm in ogni direzione (11mm per le altre versioni), presenta un doppio dispositivo di blocco per il basculaggio e consente di orientare l’asse di decentramento e basculaggio combinati in modo indipendente uno dall’altro, grazie ad una doppia rotazione dedicata; tutto questo mette in mano al fotografo esperto e cosciente strumenti molto duttili che permettono acrobazie finora appannaggio esclusivo degli apparecchi a corpi mobili.
Il 17mm f/4 TS-E L ed il 24mm f/3,5 TS-E L mark II su EOS 5D mark I e 5D mark II; la qualità ottica di questi obiettivi consente di utilizzarli alla stregua di eccellenti grandangolari generici nelle foto di tutti i giorni, anche quando non si richieda il brandeggio. Notate, sul 24mm, il pomello maggioratore in resina applicato al comando per il decentramento, un accessorio fornito a corredo che agevola le operazioni ma crea interferenze meccaniche su corpi EOS APS-C con pentaprisma sporgente a causa del flash incorporato: il montaggio di tale sovrastruttura è quindi lasciata alla discrezione dell’utente.
Il 17mm f/4 TS-E L focheggia con sistema flottante fino a 0,25m (e fino a 0,21m la versione da 24mm mark II), consentendo di utilizzarli anche nella ripresa di plastici e modellini, sfruttando il decentramento ed il basculaggio per fornire una prospettiva ed una profondità di campo naturale.
Dal momento che la copertura effettiva del 17mm TS-E L su una diagonale di 67mm è superiore a 125°, è ovvio che le lenti anteriori risultino sporgenti su una montatura molto rastremata, così concepita per evitare la vignettatura; ciò richiede uno specifico tappo in plastica a baionetta e molta attenzione nell’uso, ma questi menischi emisferici risultano molto affascinanti e comunicano immediatamente la percezione di trovarsi di fronte ad un obiettivo davvero speciale, come in effetti è.
Il Canon EF 17mm f/4 TS-E L in compagnia di altre ottiche serie L, sia EF che appartenenti alla vecchia e gloriosa serie FD; fa eccezione, all’estrema destra, il Canon FD 35-70mm f/4 autofocus, da me aggiunto al lotto in virtù della famosa livrea bianco avorio che sarebbe poi divenuta, nel tempo, una cifra esclusiva delle lunghe focali professionali Canon.
Una serie di ottiche decentrabili di varia lunghezza focale, da 17mm a 75mm, che utilizzo per foto di architettura e desktop still-life; tutti gli obiettivi illustrati possono calzare su un corpo Canon EOS full-frame, anche grazie ad adattatori, e risulta interessante anche il Pentax 67 shift 75mm f/4,5: la focale medio-tele (sul 24x36mm) risulta favorevole per oggetti e dettagli architettonici, ed il decentramento di ben 20mm consente shift impressionanti.