Il vero problema del Canon FD 17mm f/4 sta nell’aberrazione cromatica: nonostante il tanto strombazzato doppietto posteriore con vetri speciali, i fringings sono davvero evidenti (vedi immagine sopra e relativo crop ingrandito); come riferimento, l’entità di correzione digitale richiesta è del 70% superiore a quella necessaria sull’EF 17-40mm f/4 L a 17mm, un contesto che già produce fringings abbastanza vistosi; notate anche nell’immagine intera l’andamento “moustache” della distorsione, a barilotto nelle zone centrali e sovracorretta verso il cuscinetto in quelle periferiche.
(picture: Marco Cavina 2012)
Per quanto concerne il Canon EF 17mm f/4 TS-E L, l’ampio angolo di campo coniugato con vignettatura ridotta, distorsione quasi inavvertibile, alta resa ai bordi ed ampie possibilità di decentramento consentono al fotografo ampie libertà di espressione, sebbene nella ripresa di architettura, quando non si possa usufruire di una visualizzazione frontale, le fughe prospettiche sotto forte decentramento diventano vistose e sgradevoli; vediamo alcune immagini d’esempio, realizzate a Predappio (FC).
L’obiettivo presenta elevata risoluzione e contrasto ed il degrado nelle zone interessate da forte decentramento è modesto e decisamente accettabile, considerando l’angolo di campo in gioco; probabili trattamenti polarizzanti all’antiriflessi della lente anteriore forniscono immagini sature e non fanno rimpiangere l’impossibilità di utilizzare un polarizzatore.
(pictures [4]: Marco Cavina 2012)
Per spremere ulteriormente le possibilità concesse dal 17mm TS-E L ho provato ad effettuare la ripresa frontale di grandi palazzi neoclassici del centro storico, scattando in verticale con massimo decentramento verso l’alto (12mm) ed eseguendo 11 scatti sequenziali, a mano libera, camminando sul marciapiedi di fronte e scattando ad intervalli regolari, con adeguato overlap; successivamente ho montato manualmente i fotogrammi in un’immagine singola da circa 17.000 pixel, e questo è il risultato; ricordo che si tratta di edifici (costruiti nello stesso anno e disegnati dallo stesso architetto) con un fronte di circa 37 metri, fotografati a livello del suolo da una distanza di circa 6,5 metri.
Questi risultati sono possibili anche grazie alla possibilità di scattare a mano libera in simili condizioni, sfruttando il diaframma automatico anche sotto forte decentramento.
Quest’immagine (soggetto: i vecchi stabilimenti aeronautici Caproni fra Predappio e Predappio Alta) esemplifica il classico flare prodotto dell’EF 17mm f/4 TS-E L quando la lente anteriore è colpita da luce solare diretta con inclinazione sfavorevole; la serie di riflessi è comunque netta e circoscritta ed è facile schermarla con la mano; in questo caso lo scatto è stato eseguito tenendo l’apparecchio sopra la testa, con obiettivo completamente decentrato verso l’alto ed infilato fra le maglie di una recinzione metallica, inquadrando in live view dalla distanza, ed il riflesso non era quindi percettibile.
(picture: Marco Cavina 2012)
Per chiudere il bellezza ho provveduto a testare velocemente l’EF 17mm f/4 TS-E L con l’EF 17-40mm f/4 L a 17mm, con identico soggetto e nelle stesse condizioni di esercizio, per visualizzare il rendimento caratteristico delle due ottiche a parità di angolo di campo ed apertura; ecco i risultati.