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Ritratti

#1866308
GianMauro
Partecipante

La risposta è assai semplice e lo scrivi tu: 

“una foto resta negli occhi e nella mente”

… quindi implicitamente leghi alla tua memoria la foto. Ma la memoria si deteriora, con il tempo hai il sentore del profumo ma non ricordi il fiore, ricordi il suo colore ma non la sua forma. La memoria risente del tempo che passa… passa impercettibilmente, ma passa. E’ come guardarsi allo specchio ogni mattina… ti sembri sempre uguale, ma lo sappiamo, in realtà cambi…  e pian piano ti ritrovi con un capello in meno ed uno in più un po’ più grigio, una ruga in più su un viso.. lì piccola piccola piccola  e ti guardi con uno sguardo sempre meno nitido, già… uno sguardo sempre meno nitido, come il nostro ricordo, sempre impercettibilmente diverso destinato lentamente a degenerare a fievoli e fragili ricordi emozionali. Ma a quel punto ti giri e guardi sul comò… lì ci sei tu e c’è lei, e siamo in bella mostra in una cornice e magari ti ricordi anche che è passato troppo tempo dall’ultima volta che l’hai spolverata…  caspita pensi: avevo la moto nuova, mi ricordo quella giornata, ma tu guarda quanto ero magro… e guarda Luisa… aveva i capelli corti e quegli occhiali, chissà che fine hanno fatto? Che bella che era, gli stavano bene quei jeans. Guardare una foto è un “come eravamo” e osservarla con rammarico o con romanticismo dipende essenzialmente dal nostro stato emotivo, ma la cosa bella è che guardi quella foto e la fissi con così tanta attenzione che ti pare vera di quanto è perfettamente lucida e nitida. Questo avviene perchè la mente fatica a distinguere lo sguardo di una foto a quello di una persona vera. Non è che non siamo consapevoli di quello che vediamo, ma c’è alla base un problema antropologico legato alla nostra natura, noi guardiamo le persone negli occhi. Per questo quando guardiamo la TV o un film al cinema ci sentiamo così coinvolti. Per il nostro inconscio noi non facciamo distinzioni, volgiamo lo sguardo verso il viso dopo una rapida panoramica e cerchiamo gli occhi e ci relazioniamo con lo sguardo, solo che quello sguardo e quegli occhi sono nella fotografia di ieri e la tieni lì,  in mano e sembra che ti guarda, provi le stesse sensazioni come se fossero vere, non di carta. Per questo guardiamo le foto dei nostri cari con tanto affetto. Non è cosa da poco. Ma questo avviene solo perchè hai davanti la stampa della fotografia e non i bit, avviene solo perchè essa testimonia ciò che eravamo e come siamo cambiati. Non è solo una questione di verità o di realtà (anche se qui si potrebbe aprire una discussione a parte) ma è legata alla semplicità, o se vuoi alla praticità che solo la memoria fisica (la stampa) può darti.

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