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Caccia fotografica

  • Questo topic ha 36 risposte, 15 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 10 anni, 11 mesi fa da Anonimo.
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  • #1421383
    gloster1974
    Partecipante

    Posto in quest’area dedicata al commento delle nostre immagini questo documento che riassume le tecniche e le buone norme di comportamento che ogni uno di noi
    e’ tenuto a rispettare in stretto contatto con la Natura.
    Il termine “caccia fotografica” risale all’inizi degli anni 70 quando venne dato questo nome a questa attivita’ fotografica strettamente legata a quella venatoria.
    Ora molti leggendo queste parole resteranno basiti ma se si analizza la Vera caccia fotograficha e la caccia venatoria ci si rendera’ conto che l’unica vera
    differenza e’ il risultato strettamente a favore del soggetto nel nostro caso.
    Prima di essere insultato vado a confrontare le due attivita’.

    Passione – in entrambi i casi si tratta di vera passione , quella passione che fa fare delle levatacce per recarsi nei luoghi di caccia , fa affrontare mattinate gelide , lunghe camminate con in spalla
    attrezzatura pesantissima e spesso non si schivano giornate con l’umidita’ alle stelle che penetra nelle nostre ossa , questo dato anche all’ambiente che meglio si presta a questa disciplina.

    Luoghi – gli stessi e qua stendiamo un velo pietoso in quanto spesso ho dovuto rinunciare per non rischiare di ritornare a casa impallinato

    Abbigliamento – e che dire dell’abbigliamento , non sembriamo tutti dei “Rambo” quando ci rechiamo in loco per le battute????

    Attrezzatura – ingombrante , pesante e costosa in tutti e due i casi.

    Tecniche di avvicinamento – anche qua sono le stesse anzi spesso si adoperano gli stessi capanni , gli stessi accorgimenti per nascondersi dai soggetti.

    Soggetti – se non sono gli stessi poco ci manca , oramai i cacciatori sparano a tutto cio’ che si muove.

    Ecco ora siamo giunti alla conclusione e per questo sono orgoglioso di appartenete alla categoria “Cacciatori fotografici”.
    Sia il cacciatore che il fotografo per portare a termine l’opera devono premere nel primo caso il grilletto , nel secondo caso il pulsante di scatto e qua le strade si dividono
    Il cacciatore “uccide” ( o almeno ci prova ) il soggetto cacciato , lo recupera anche se spesso questo compito lo lascia fare al proprio fidato compagno ovvero il cane e dopo un rigoroso rituale per rendere omaggio alla preda
    lo porta a casa , lo scuoia e lo congela per una futura abbuffata con gli amici.
    Il Fotografo invece dopo l’emozione del “clic innocuo” (al massimo se a distanza ravvicinata puo’ mettere in allerta il soggetto) , gia’ si pregusta l’immagine mentalmente e spera che tutti i settaggi siano stati scelti con criterio e giudizio al fine di ottenere l’immagine al meglio
    Successivamente al termine della giornata noi cacciatori torniamo a casa , accendiamo con impazienza il pc ( o attendiamo il giorno successivo per portare i rullini a sviluppare ) e dedichiamo qualche oretta allo spoglio dei file alla ricerca dell’immagine che ci emoziona a prima vista.

    Ma tralasciamo gli aspetti comparativi con la Caccia venatoria e dedichiamoci alla nostra vera passione , la Fotografia.

    Il Fotografo naturalista , durante le sue battute di “caccia” , deve essere cosciente innanzitutto di trovarsi ospite di un ecosistema molto fragile e pertanto il rispetto e’ la prima regola.
    Per rispetto non si intende solo dell’ambiente , ma in particolar modo della fauna.
    Nella maggior parte delle ipotesi di uscita ci troveremo di fronte a dei soggetti assolutamente selvaggi , non abituati all’uomo e pertanto oltre ad essere schivi si sentiranno in pericolo
    al momento dell’incontro , pertanto la massima attenzione deve essere dedicata ad un mimetismo perfetto.
    Questo fattore risultera’ allo stesso modo estremamente importante per ottenere immagini da sogno e non spaventera’ i soggetti che in futuro continueranno a frequentare quelle zone.
    La situazione piu’ rischiosa e’ durante il periodo di riproduzione.
    Pericolosa poiche’ specialmente per l’avifauna dopo essere stati scoperti dal predatore ( noi fotografi per intenderci siamo visti come tali ) i soggetti adulti facilmente abbandonano le nidiate
    sia che ci siano le uova sia che ci siano i pulli !!!!!
    Evitate sempre l’avvicinamento ai nidi senza distinzione di specie se non con un bel 1200mm Canon ( duplicato ).
    Puo’ capitare di trovare in Natura un piccolo caduto dal nido , purtroppo il gesto di riporlo con i suoi fratelli spesso si tramuta in una strage di tutta la nidiata per i motivi sopra descritti , pertanto evitate questo gesto anche se
    spinti dalla tenerezza di quella scena straziante.
    E’ da dirsi che in Natura esiste un ciclo di salvaguardia della specie che porta i genitori a gettare dai nidi i soggetti piu’ deboli o malati per non trascurare i piu’ forti lasciando a loro tutta la cura possibile o crescendo dei soggetti portatori di malattie , percio’ non ci intromettiamo mai !!!
    Altro divieto da tenere in considerazione e’ il cibo , non dare mai del cibo alla fauna selvaggia.
    Primo motivo perche’ non si deve abituare all’uomo se vuole campare degli anni , secondo motivo noi non sappiamo quale sia la dieta migliore per la loro salute e rischiamo di dare cibi che addirittura risultino tossici o mortali.
    Un esempio pratico lo posso portare facendo un esempio alla portata di tutti , per gli psittacidi ( pappagalli ) la cioccolata e’ mortale , semplicemente si spappola il fegato nel giro di 24 ore !!!!
    I canarini quindi della famiglia dei granivori trovano estremamente tossico il latte!!!! Voi direte ma mica gli do’ da bere il latte !!! sbagliato , magari stiamo mangiando un bel panino con all’interno un formaggio e attorno al pezzettino di pane che gettiamo non ci accorgiamo che vi e’ rimasto un pezzo di formaggio , ecco il latticino tossico !!!
    insomma per farla breve e’ severamente vietato dare del cibo alla selvaggina , di ogni genere!!!!
    Esiste Pero’ una tecnica utilizzata da i fotografi piu’ esperti per attrarre vari soggetti magari verso un posatoio artificiale che consiste nel somministrare nei paraggi alcuni cibi ma si tratta di cibi che si trovano in quell’ambiente come sementi particolari o bacche di cui molti volativi vanno ghiotti , quindi e’ un utilizzo responsabile dei cibi come attrattivo
    ma questo lo si impara solo con molta esperienza e con un duro lavoro di osservazione delle abitudini dei soggetti da immortalare.
    L’ultima regola ma non per importanza e’ quella dell’uso del flash in natura.
    Spesso addirittura e’ vietato in certe zone , specialmente se frequentate abitualmente da uccelli notturni rapaci e non.
    L’uso del flash e’ oltre che fastidiosissimo anche pericoloso per l’incolumita’ dei soggetti fotografati , possono andare incontro alla morte per un attacco epilettico , essere predati per disorientamento , abbandonare la nidiata o addirittura morire di infarto.
    Pertanto e’ consigliabile l’uso solo di giorno , su lunghe distanze per schiarire le ombre ove ve ne sia la necessita’ , anche se questo puo’ essere fatto con una leggera rivisitata in post produzione.

    Le regole da tenere in considerazione sono solo queste in fin dei conti , serve solo un po’ di educazione e rispetto per tutto cio’ che ci circonda.

    Parliamo ora di tecnica

    LUOGHI

    Gli ambienti che si addicono maggiormente per la caccia fotografica sono senza dubbio le zone palustri come casse di espansione , laghi e cosi dei fiumi.
    In Italia esistono tantissime oasi attrezzate dove poter fare caccia fotografica anche se per molti ( me compreso ) quella non e’ caccia fotografica , in quanto e’ molto piu’ facile trovare dei bei soggetti anche relativamente vicini ai capanni.
    Esistono inoltre anche aree protette dette Oasi naturalistiche aperte dove spesso non vi e’ nessun riparo per l’osservazione e per frequentare queste aree e’ necessario un permesso rilasciato dall’ufficio ambiente o dalla societa’ che la gestisce , come ad esempio la LIPU e il WWF molto attivi e presenti sul nostro territorio.
    Un altro luogo molto esteso am che con le dovute conoscenze delle abitudini della fauna puo’ regalare grandissime soddisfazioni sono le zone montane.
    In Italia siamo praticamente circondati dalle montagne pertanto non e’ difficile trovare dei luoghi adatti ma in questo caso la locazione migliore per appostarsi richiede un lungo periodo di osservazione e questo spesso scoraggia i novelli fotografi che preferiscono recarsi in aree attrezzate.
    Da non sottovalutare come ambiente ricco di soggetti , specialmente nel periodo invernale e’ il parco pubblico dietro casa.
    In questi luoghi spesso si fanno gradevoli incontri con frigillidi e passeriformi senza tralasciare i simpatici anatidi quasi sempre presenti se vi e’ un laghetto.
    Percio’ riassumendo abbiamo quattro luoghi dove poter svolgere la nostra amata caccia fotografica.
    Analizziamo ora quale e’ l’approccio migliore per ottenere dei risultati

    zone umide e corsi dei fiumi

    Premetto che in tutti questi casi il nostro abbigliamento e la nostra attrezzatura dovra’ essere il piu’ possibile mimetico e se possibile il linea con i colori della stagione.
    Queste sono le aree dove io svolgo quasi in toto la mia attivita’ fotografica naturalistica , poiche’ siamo a stretto contatto con la Natura e qui vi si puo’ praticare quella che e’ piu’ correttamente chiamata “caccia fotografica dinamica” oppure ad inseguimento.
    Ci troviamo a tu per tu con la natura , la prima cosa da fare e’ dare un’occhiata generale all’ambiente , scovare movimenti e magari cercare di identificare le specie esistenti per capirne quale approccio adottare per l’avvicinamento.
    Normalmente in queste aree l’orario di arrivo deve essere molto vicino all’alba , questo per anticipare l’inizio attivita’ delle specie che qua stazionano ed evitarne lo smarrimento.
    Osservato il tutto si cerca una zona ben riparata per appostarsi , un cespuglio , un albero una roccia , insomma un elemento naturale presente in quell’ambiente.
    A questo punto abbiamo due scelte per mimetizzarci , la prima e’ semplice e richiede uno sgabello , un telo mimetico un monopiede o ancora meglio un treppiede per una maggiore stabilita’.
    Preparato il tutto non ci resta che settare la macchina in base alle esigenze di luce attuali e . . . . tanta ma tanta pazienza.
    Altra soluzione e’ il capanno mimetico , attenzione pero’ , in commercio esistono svariati modelli di capanni mimetici ma spesso non sono curari e per forma , tessuto e dimensione possono ottenere il risultato opposto , ovvero spaventare i soggetti.
    Va detto che il capanno risulta molto piu’ comodo al fotografo poiche’ permette piu’ movimenti ma spesso la selvaggina in particolar modo l’avifauna e’ scettica per quella presenza in quanto sono abituali e memorizzano l’ambiente che li circonda , quindi il capanno risulta una novita’.
    Per ovviare a questo problema il tessuto deve essere assolutamente opaco e se possibile presentare frange o addirittura essere del tipo effetto foglia che con una leggera brezza riproduce il movimento delle foglie di un cespuglio.
    Questo tipo di capanno e’ l’unico che mi ha permesso dei risultati ottimi da quando faccio caccia fotografica.
    Per la caccia fotografica dinamica invece l’abbigliamento fa tutta la differenza , premetto che e’ la tecnica piu’ difficile ma che da’ maggiori soddisfazioni.
    Mimetica dalla tasta ai piedi e possibilmente mimetizzare anche la faccia con un passamontagna o una rete apposita ( non e’ necessario utilizzare i colori alla Rambo )
    Portarsi dietro meno attrezzatura possibile , no allo zaino che aumenta le nostre dimensioni e spezza la schiena alla fine della giornata , ottimo uno zoom per evitare in caso di necessita’ ogni minimo movimento necessario magari per mettere o togliere un extender , in questa disciplina il 100-400 e’ insuperabile.
    Questa disciplina implica un movimento alla ricerca dei soggetti continua ma questi movimenti devono essere fatti con criterio altrimenti invece di avvicinarci ai soggetti si fa la parte dell’apripista smarrendo ogni forma vivente del luogo.
    Utile se non indispensabile e’ il muoversi da un riparo all’altro come i cespugli.
    Risalendo un corso d’acqua ( bellissimo ma massacrante ) ci si dovra’ immergere nella flora delle sponde ma fate attenzione spesso si trovano dei rovi !!!!! e le buche coperte dalla vegetazione sono invisibili fino a che non vi mettete il piede dentro.
    Come avrete capito questo tipo di caccia fotografica e’ per i piu’ esperti e allenati fisicamente ma alla fine e’ quella che regala maggiori soddisfazioni.

    Aree attrezzate

    Le oasi presenti in tutto il nostro territorio , sono i luoghi piu’ facili da visitare e consentono quasi sempre di portare a casa degli scatti belli , in questo caso il mimetismo riguarda solamente il vestiario e l’attrezzatura , non serve altro poiche’ spesso sono presenti dei capanni ben attrezzati e progettati per poter fotografare in tutta tranquillita’.
    La selvaggina e’ gia’ abituata alla presenza dei capanni e credetemi sanno anche che all’interno c’e’ l’uomo ma che e’ del tutto innocuo quindi non e’ difficile che vi si avvicinino alle postazioni.
    Queste zone sono adatte ai meno esperti e a chi si vuole avvicinate a questa fantastica disciplina senza eccedere nelle spese di attrezzatura piu’ adatta ad aree libere ma vedrete che con il tempo la tendenza sara’ quella di annoiare.

    Parchi pubblici

    In ogni citta’ si trovano dei parchi pubblici , in queste zone e’ facilissimo fare dei simpatici incontri con soggetti normalmente sfuggevoli se non impossibili da immortalare a breve distanza.
    Verdoni , Cardellini , Fringuelli , Cincie , Cinciarelle , Pettirossi ecc ecc sono frequentatori abituali di queste zone , specialmente in Inverno quando il cibo comincia a scarseggiare.
    Perche’ si trovano qua??????
    Non di certo per leggersi un bel romanzo in santa pace o per portare i propri piccoli a fare due svolazzate.
    Il vero motivo e’ il cibo , o per meglio dire il cibo che in queste aree si reperisce facilmente in quanto frequentato da bambini e famiglie che lasciano dietro ogni passaggio briciole di pane di cui questi soggetti vanno molto ghiotti ( anche se fa a causa del lievito puo’ causare dei danni al loro organismo ) .
    L’appostamento e’ semplicissimo e l’attrezzatura da portare con se’ e’ poca.
    Zona di appostamento una qualsiasi panchina e come attrezzatura da 300mm in su ( 400 e’ meglio) e un monopiede per aiutare la stabilita’ della macchina.
    E’ da precisare che un’occhiata ai movimenti e abitudini dei soggetti presenti i quell’area e’ sempre d’obbligo per scegliere l’appostamento migliore.

    Zone montane

    Uno dei panorami piu’ affascinanti e ricchi di selvaggina in assoluto e’ proprio la montagna.
    In queste aree si trovano soggetti unici e difficili da immortalare come gli ungulati , razze di avifauna abbastanza rari come il gallo cedrone la pernice reale e il fagiano tenebroso , senza dimenticare i rapaci.
    Per la caccia fotografica in questi posti e’ davvero difficile ed estenuante fisicamente , preparatevi a fare delle lunghe camminate lungo i sentieri e se potete evitate di perdervi.
    I luoghi migliori sono lungo i torrenti , vicino a pozze o laghetti , nei margini di spianate aperte dove e’ facile trovare cervi e altri ungulati intenti a foraggiare , in alta montagna riparati dalle rocce per immortalare mufloni , daini , stambecchi ecc. ecc.
    Purtroppo la mia esperienza in questi luoghi e’ molto limitata ma di certo so’ che come attrezzatura vige la regola di chi risale i torrenti , viaggiare leggeri e praticita’ massima di focali ( 100-400 ).

    ATTREZZATURE

    Partendo dalla base ovvero il corpo macchina.
    Nel corpo macchina serve velocita’ di AF , raffica rapida , ottima autonomia.
    In questo caso i pixel passano in secondo luogo , anche con una eos 350D si possono ottenere buoni risultati se non fosse per il limite della raffica.

    La piu’ adatta e’ la 1DmkIV

    Il migliore compromesso la 7D

    7d_2014-02-11.jpg

    Ottima in tutto la piu’ economica ( relativamente ) eos 50D

    Poi di seguito la 40D la 30D e a seguire le xxxD ma in questo caso entrano sul piatto della bilancia dei limiti che possono portare a delle delusioni specialmente per raffica e velocita’ di AF.
    Un altro fattore importante per il corpo macchina e’ la tropicalizzazione ovvero la resistenza agli agenti atmosferici quali polvere e umidita’ , una caratteristica purtroppo esclusiva delle macchine serie 1 o serie 3 per l’analogico.
    In questo senso e’ bene per i possessori delle xxxD e xxD fare maggiore attenzione a come si maneggia e dove si ripone la macchina durante le uscite.

    OBIETTIVI

    In questo post io parlo solo ed esclusivamente dei bianchi , non perche’ altre lenti come il 75-300 o altre marche non siano adatte ma semplicemente perche li conosco tutti quanti ( provati ) e non rischio di scrivere eresie pericolose per chi si vuole avvicinare a questa fantastica passione commettendo errori di valutazione su questa attrezzatura costosa.

    300mm f4 L is

    1.jpg

    ottimo per soggetti ravvicinati , con possibilita’ di semiduplicarlo senza grandi perdite in termini di qualita’ dell’immagine e dotato di stabilizzatore d’immagine utilissimo.
    Leggero e con AF molto rapido , costo circa euro1.200,00
    Angolo di campo (orizz./ vert./ diag.) 6°50′, 4°35′, 8°15′
    Struttura obiettivo (elementi/gruppo) 15/11
    No. lamelle diaframma 8
    Apertura minima 32
    Distanza minima (m) 1,5
    Ingrandimento max (x) 0,24
    Motore USM
    Diametro filtro (mm) 77
    Massimo diametro per lunghezza (mm) 90 x 221
    Peso (g) 1.190

    300mm f2,8 L is

    2.jpg

    ottimo per soggetti ravvicinati o di grande taglia , eccellente qualita’ delle immagini sia liscio che con l’extender 1,4X diventando un 420mm f4.
    Possibilita’ di duplicarlo con lieve perdita in qualita’ di immagine e rallentamento dell’AF , resta comunque fantastico e la lieve perdita si recupera facilmente in post produzione.
    Diventa cosi’ un 600mm f5,6 utilissimo per lunghe distanze o per piccoli soggetti a media distanza.
    Abbastanza leggero in considerazione delle mole , e’ considerato un vero capolavoro per qualita’ costruttiva , profondita’ dei colori , velocita’ AF dichiarato fino a poco tempo fa da record con un corpo macchina serie 1.
    Costo circa euro 3.900,00
    Struttura obiettivo (elementi/gruppo) 17/13
    No. lamelle diaframma 8
    Apertura minima 32
    Distanza minima (m) 2,5
    Ingrandimento max (x) 0,13
    Motore USM
    Diametro filtro (mm) 52 Drop-in
    Massimo diametro per lunghezza (mm) 128 x 252
    Peso (g) 2.550

    400mm f5,6 L

    3.jpg

    Spesso snobbato per l’assenza dello stabilizzatore ma in modo errato , poiche’ ha un rapporto qualita’ prezzo difficile da superare nella sua fascia.
    Eccellente qualita’ dell’immagine , leggero e AF velocissimo , purtroppo si puo’ semiduplicare diventando un 560mm rimanendo qualitativamente buono ma solo con corpi macchina serie 1 o 3 per l’analogico.
    Costo circa euro 1200,00.
    Struttura obiettivo (elementi/gruppo) 7/6
    No. lamelle diaframma 8
    Apertura minima 32
    Distanza minima (m) 3,5
    Ingrandimento max (x) 0,12
    Motore USM
    Diametro filtro (mm) 77
    Massimo diametro per lunghezza (mm) 90 x 256,5
    Peso (g) 1.250

    400mm f2,8 L is

    un vero cannone pesante da trasportare ma dotato di un ottimo stabilizzatore che per i piu’ allenati permette anche qualche scatto a mano libera.
    Qualita’ eccelsa simile al fratellino 300mm ma non cosi’ tagliente.
    Obiettivo piu adatto per eventi sportivi che per la caccia fotografica per la sua mole che non passa inosservata e nota molto importante attenzione nelle oasi attrezzate perche’ spesso non esce dalle feritoie dei capanni , potrebbe essere un problema.
    Si puo’ semiduplicare senza alcun decadimento con l’extender 1,4X e si duplica con il 2X mantenendo una buona resa.
    Prezzo circa euro 8500,00
    Angolo di campo (orizz./ vert./ diag.) 5°10′, 3°30′, 6°10′
    Struttura obiettivo (elementi/gruppo) 17/13
    No. lamelle diaframma 8
    Apertura minima 32
    Distanza minima (m) 3
    Ingrandimento max (x) 0,15
    Motore USM
    Diametro filtro (mm) 52 Drop-in
    Massimo diametro per lunghezza (mm) 163 x 349
    Peso (g) 5.370

    500mm f4 L is

    il sogno di molti appassionati di caccia fotografica , sembra ingombrante ma non e’ cosi’ , con un po’ di esperienza risultera’ maneggevole a tal punto da essere utilizzato senza alcun appoggio anche se il suo forte e’ su cavalletto e in appostamento fisso come ad esempio dentro ad un capanno.
    Regge in modo ottimale l’extender 1,4X diventando un fantastico 700mm f5,6 con AF attivo con tutti i corpi macchina e con il 2X diventa uno stratosferico 1000mm f8 di buona qualita’.
    Prezzo circa euro 6000,00
    Angolo di campo (orizz./ vert./ diag.) 4°, 2°45′, 5°
    Struttura obiettivo (elementi/gruppo) 17/13
    No. lamelle diaframma 8
    Apertura minima 32
    Distanza minima (m) 4,5
    Ingrandimento max (x) 0,12
    Motore USM
    Diametro filtro (mm) 52 Drop-in
    Massimo diametro per lunghezza (mm) 146 x 387
    Peso (g) 3.870

    600mm f4 L is

    come il fratello minore ma perde in maneggevolezza in quanto e’ pesante e lungo , si piazza in una fascia di utilizzo espressamente di appostamento in capanni su cavalletto ( anche robusto se possibile ).
    Prezzo circa euro 7000,00
    Angolo di campo (orizz./ vert./ diag.) 3°30′, 2°20′, 4°10′
    Struttura obiettivo (elementi/gruppo) 17/13
    No. lamelle diaframma 8
    Apertura minima 32
    Distanza minima (m) 5,5
    Ingrandimento max (x) 0,12
    Motore USM
    Diametro filtro (mm) 52 Drop-in
    Massimo diametro per lunghezza (mm) 168 x 456
    Peso (g) 5.360

    100-400 f4,5-5,6 L is

    definito l’obiettivo piu’ versatile sia per caccia fotografica che per altri tipi di fotografia come la sportiva e i reportage.
    Abbastanza leggero , ben costruito e molto pratico da utilizzare , ha in sistema a pompa con frizione per regolare la lunghezza di focale che permette in un attimo di passare dai 100mm ai 400mm e rimanere fisso su quella lunghezza in ogni posizione , purtroppo non e’ tropicalizzato e questo e’ un suo limite per l’utilizzo naturalistico.
    Ottimo lo stabilizzatore che aiuta spesso e permette un facile utilizzo a mano libera , non e’ consigliabile duplicarlo come semiduplicarlo , la qualita’ ne risentirebbe specie se la luce nel momento del suo utilizzo non e’ ottimale.
    Costo circa euro 1400,00

    800mm f5,6 e 1200 5,6 restano per me dei mostri per ora non provati pertanto non commento
    Un occhio di riguardo meritano anche il precedente 500mm e 600 mm che restano sempre delle lenti eccellenti ma non hanno lo stabilizzatore , pertanto per un utilizzo a mano libera diventa un po’ difficoltosa ma non impossibile.

    Extender

    L’utilizzo degli extender o moltiplicatori nel campo della caccia fotografica spesso sono un’esigenza piuttosto che una comodita’.
    Dico questo poiche’ salvo qualche caso , il loro utilizzo comporta una perdita in termini qualitativi delle immagini e questo richiede necessariamente del tempo speso in post produzione per recuperare questo degrado.
    Fatto salvo per il 100-400 per il quale e’ sconsigliato l’uso di qualsiasi tipo di extender ( perdita eccessiva di qualita’ e rallentamento AF difficile da gestire ) , tutti i bianchi Canon supportano i due tipi di extender in commercio.
    Una nota importante da tenere in considerazione e’ l’apertura di diaframma dell’obiettivo su cui si installa e il corpo macchina utilizzato.
    Nel caso di tutte le serie 1D o 1e3 per l’analogico non esiste alcun problema tranne che per il 400mm f5,6 che duplicato perde completamente l’AF , per gli altri lo mantiene attivo su tutti i punti ovvero gestisce sino ad un valore di f8.
    Invece per le xxxD e xxD e tutte le altre analogiche la gestione dell’AF resta attivo su tutti i punti solo fino a f5,6 pertanto possiamo semiduplicare con 1,4X un f4 o duplicare solo gli obiettivi f2,8.

    Parliamo dei due modelli

    Extender 1,4X.

    Molto leggero , compatto e di alta qualita’ , permette di ottenere immagini ottime con limitata perdita di qualita’ grazie ad un attento studio in fase di progettazione e all’utilizzo di materiali antiriflesso all’interno del barilotto.
    Tenuta garantita contro polvere e umidita’ ( tropicalizzazione ).
    Velocita’ AF leggermente piu’ lento.

    Struttura obiettivo (elementi/gruppo) 5/4
    Massimo diametro per lunghezza (mm) 72,8 x 27,2
    Peso (g) 220

    Extender 2X

    Non si differenzia di molto dal piu’ piccolo 1,4X se non per una lunghezza che si nota maggiormante una volta montato sull’obiettivo , il peso e’ di poco superiore.
    Stessa qualita’ costruttiva e stessi accorgimenti ma in questo caso la perdita in termini di qualita’ si nota maggiormente sopratutto sugli obiettivi non luminosissimi f4 – f5,6 , sui supertele f2,8 si comporta piu’ che dignitosamente e restituisce immagini ben gestibili in post produzione con piccoli interventi.
    Velocita’ AF visibilmente rallentato , utile una gestione ottimale come sulle serie 1D.

    Struttura obiettivo (elementi/gruppo) 7/5
    Massimo diametro per lunghezza (mm) 71,8 x 57,9
    Peso (g) 265

    Esistono in commercio anche altre marche di extender compatibili Canon che pero’ cambiano nome come nel caso della Sigma ( teleconverter ) , che dalla loro hanno un prezzo inferiore.
    Per quanto riguarda il teleconverter Sigma 1,4X posso garantire che la qualita’ di immagine resta alla pari del Canon , la struttura invece e’ a favore di quest’ultimo.

    Peso (g) 143 g.
    Costruzione Ottica 5 elementi in 3 gruppi
    Misure (mm) 68.5 X 19.5mm

    Per il teleconverter 2X e’ differente , nonostante varie recensioni che si trovano in internet , io una leggera ma visibile differenza tra il Sigma e il Canon l’ho notata sopratutto per la resa dei colori poi’ scialbi con il Sigma ma sempre restando su alti livelli generali.

    Peso (g) 234 g.
    Costruzione Ottica 6 elementi in 5 gruppi
    Misure (mm) 68.5 X 52mm

    N.B. , l’utilizzo degli extender non comporta una variazione della distanza minima della messa a fuoco dell’obiettivo

    RIPARI E MIMETISMO

    Questo e’ il dettaglio piu’ importante per poter ottenere ottimi risultati e per avvicinare i soggetti a tal punto da riempire il fotogramma.
    L’abbigliamento rigorosamente mimetico stile militare non necessariamente utilizzando i tessuti che riproducono il fogliame ma anche semplicemente indossando indumenti verdi opachi o marroni.
    Lo scopo e’ quello di confondersi con l’ambiente circostante e spesso accade che nonostante l’abbigliamento effetto militare ci troviamo in netto contrasto con la flora e otteniamo l’effetto opposto a quello cercato. Durante il periodo estivo servono colori abbastanza vivi e misti come il verde , in marrone , e parte di nero.
    Nel periodo invernale e’ meglio preferire colori grigi con chiazze anche bianche , dare maggiore spazio al marrone che si confonde con gli arbusti secchi e gli alberi spogli.
    In ogni caso basta sfogliare un qualsiasi catalogo sull’abbigliamento da caccia per rendersi condo delle varieta’ di mimetiche disponibili per svariati ambienti.

    Puo’ tornare utile anche l’utilizzo di un passamontagna per completamento del mimetismo ed evitare di essere scovati dai soggetti piu’ attenti , ricordate che anche il bianco degli occhi e’ ben visibile e messo in risalto una volta mimetizzati completamente!!!!

    I metodi di mimetizzazione sono svariati , basta un po’ di fantasia e un occhio di riguardo per l’ambiente circostante che non dovra’ mai differenziare troppo dal metodo scelto.

    In un ambiente molto aperto con solo qualche cespuglio basso o con erba alta e pochi alberi e’ preferibile stendersi a terra coperti da un telo , oppure per rimanere piu’ comodi anche nei movimenti serve uno sgabello stile reporter sportivo ( non con colori fosforescenti possibilmente ) , un telo effetto foglia di copertura , un monopiede o cavalletto ( da preferire quest’ultimo per sessioni lunghe ) e tanta ma tanta pazienza.
    La posizione da scegliere in quest’ultimo caso e’ sempre a ridosso di un cespuglio , una sponda o un albero a fronde basse.

    Se ci troviamo in un ambiente dove vi sono parecchi alberi anche ad alto fusto o cespugli molto imponenti possiamo utilizzare anche delle parate o capanni mobili.

    Si possono trovare sia in commercio che semplicemente costruire in loco con rami e un telo effetto foglie con ottimi risultati , nel mio caso la scelta e’ caduta su un capanno specifico per caccia venatoria di appostamento che mi ha permesso di scattare immagini davvero fantastiche anche quasi a filo d’acqua.

    ACCESSORI

    La parte che riguarda gli accessori da utilizzare per la caccia fotografica e’ davvero vasta e soggettiva , ovvero ogni uno di noi ha delle esigenze differenti e certi accessori possono essere utili per alcuni e solo d’impiccio per altri pertanto tratto solo gli indispensabili.

    cavalletto

    Il cavalletto e’ l’oggetto piu’ importante nella famiglia accessori per la caccia fotografica.
    Ne esistono di tante marche , in alluminio o in carbonio , con varie misure a tutta apertura e allo stesso modo in chiusura e non da meno di svariati prezzi che vanno dai 50 euro ai 1000 e passa euro.
    Prima di tutto la domanda da porsi e’ una ; che cosa devono portare?????
    Una 30D e un 300mm f4 ha delle dimensioni e pesi ben diversi rispetto ad una 1DmkIII con un 500mm e da questo punto si deve fare una scelta.
    Non sto a fare tutti i confronti tra una marca e l’altra tra un obiettivo piuttosto che quell’altro altrimenti questa mia diventa illeggibile , caotica e noiosa.
    Parlo delle mie scelte , una 40D con battery grip , quasi sempre in abbinamento o l’extender 1,4X o il 2X e il 300mm f2,8 che pesa circa 2.550 grammi , quindi parliamo di circa 4.200 grammi.
    La mia scelta e’ caduta su un Manfrotto Magfiber Cxpro3 in fibra di carbonio a tre sezioni con abbinata una testa a sfera ( la piu’ adatta per l’utilizzo ) Manfrotto 486 cr2.

    In apparenza il tutto sembra leggero ma vi posso garantire che la stabilita’ e’ garantita e proprio per la leggerezza e la compattezza da chiuso che ho scelto questo abbinamento.
    Il cavalletto non a caso a tre sezioni per maggiore stabilita’ nonostante la versione a quattro risulta ancora piu’ corto da chiuso ma e’ un dato a questo punto trascurabile a scapito di una maggiore sicurezza per la mia attrezzatura.
    L’utilizzo per assurdo che ne faccio e’ anche come monopiede lasciando le tre gambe chiuse e allungando solo due di esse sino all’altezza scelta , anche questo e’ un sistema collaudato e molto valido.
    Spendendo meno si puo’ comperare sempre un Manfrotto 055 xprob , molto robusto e stabile per quasi la meta’ del costo di quello in carbonio.
    Un mio consiglio e’ quello di non speculare sulla scelta del cavalletto , meglio fare una spesa ben fatta una sola volta piuttosto che rischiare l’incolumita’ della vostra attrezzatura e ritrovarsi poi a dover ricomprare un altro cavalletto con caratteristiche migliori , facendo due conti alla fine si spende sempre di piu’ in questo modo.
    La testa a sfera e’ stata una scelta dettata dalla rapidita’ dei movimenti , fattore indispensabile durante un inseguimento del soggetto o magari di un volo.
    Per i supertele come il 400 f2,8 , il 500mm il 600mm e oltre , esistono delle teste studiate apposta per sostenere sia il peso sia per gestirne il movimento rendendolo fluido e leggerissimo , banale dire che costano una pazzia come del resto la scelta del cavalletto deve ricadere su modelli molto piu’ robusti e pertanto piu’ costosi ( ma a questo punto con oltre 7000 euro di attrezzatura questa spesa risulta d’obbligo )

    Altro accessorio molto utile e’ il monopiede , specialmente se utilizzate un capanno mobile come nel mio caso con vista su tre lati e quindi lo spostamento del treppiede risulterebbe impegnativo e sopratutto rischioso in quanto e’ facile fare del rumore e spaventare i soggetti vicini.
    Per questo io ho sempre con me la 40D con il 300 sul treppiede e la 30D con il 100-400 per le foto ravvicinate per gli spostamenti rapidi sulle altre finestre.
    Per quanto riguarda il monopiede non serve assolutamente un oggetto in fibra di carbonio , anche quelli in alluminio da 40 euro sono perfetti , a questo prezzo si trovano sia dei Manfrotto che dei Benro.

    Finisco qua questa mia breve guida basata solo ed esclusivamente sulle mie esperienze e pertanto priva di ogni minimo legame a marchi se non a quello della Canon per cui ho perso letteralmente la testa 12 anni fa.
    Un marchio che con la sua atrezzatura mi ha permesso di crescere senza mai impormi dei limiti se non solo quelli legati alla mia fantasia.
    Una nota importante che tengo precisare e che vorrei che tutti noi ricordassimo sempre quando ci troviamo in queste aree protette dove il selvaggio si respira ancora nell’aria , e’ che noi siamo ospiti e che con educazione senza lasciare traccia di noi dobbiamo preservare questo dono che madre natura ci regala ;
    la vita alo stato puro

    A questo punto io chiuderei qua il discorso anche perche’ lascio a voi il compito piu’ bello , quello di provare sulla vostra pelle l’emozione di trovarsi di fronte alla Natura e di sentiri veramente in pace con se stessi . . . . . . . .

    Buoni scatti a tutti

    gloster1974

    ( Roberto Gazzetti )

    Tutorial editato dall’amico goryc a cui va un mio sentito ringraziamento per la collaborazione.

    Come costruirsi una copertura mimetica per i bianconi Canon

    Vorrei mettere a disposizione di tutta la comunità la mia esperienza nel costruirmi una copertura mimetica per il mio biancone Canon: un 300mm F2/8 IS USM. Questa mi è utile per nasconderlo alla vista degli animali che voglio fotografare, così come già magistralmente spiegato dall’autore del 3D gloster1974 al quale va il merito di averci fornito una splendida trattazione dei sistemi di ripresa e di mimetismo in questo tipo di disciplina.
    Fatte alcune ricerche sul web mi sono accorto che queste coperture hanno un costo che mi è sembrato subito eccessivo (circa 80 euro). Mi sembra giusto dire che la ditta che realizza questi accessori è la Lenscoat (americana) e distribuita in Italia da alcuni noti rivenditori on-line di prodotti fotografici. Avevo, in passato, fatto fare dalla mia sarta un “vestitino” con stoffa mimetica che aveva, però, il grosso difetto di non permettermi di utilizzare con agilità tutti i comandi dell’obiettivo.
    Detto questo, leggendo qua e là se c’era un modo per auto costruirsi queste coperture, ho deciso di cimentarmi nella realizzazione.
    La prima cosa che ho fatto ho cercato il neoprene mimetico da 3mm monofoderato (spaccato), e devo dire che le ditte che me lo potevano fornire erano tante, e con una spesa di circa 35 euro trasporto compreso. Meditando il costo, mi venne in mente di contattare il mio mutaio (sono un subacqueo che si fa fare le mute su misura) che, con grande professionalità ed amicizia mi ha inviato (a titolo gratuito) due spezzoni di circa 40 cm ciascuno.
    Ho comprato la colla al neoprene (2,5 euro) e il resto del materiale l’ho reperito in casa. Morale la mia spesa totale si è fermata all’acquisto della colla.

    Materiale occorrente

    1. Ritagli (circa 40cm x 40cm) di neoprene 3mm spaccato monofoderato mimetico
    2. Carta di giornale (quotidiano)
    3. Colla al neoprene
    4. Pennarello
    5. Cutter + basetta di taglio
    6. Forbice (tagliente) + forbicina (tagliente)
    7. Riga o oggetto dritto per segnare (io ho usato una livella di metallo come in foto)
    8. Ago e filo di colore in tinta alla fodera del neoprene
    9. Pazienza e un “minimo” di manualità

    [IMG]/public/imgsforum/2010/2/DPP_0017.JPG[/IMG]

    [IMG]/public/imgsforum/2010/2/DPP_0040.JPG[/IMG]

    [IMG]/public/imgsforum/2010/2/DPP_0041.JPG[/IMG]

    [IMG]/public/imgsforum/2010/2/DPP_0046.JPG[/IMG]

    Essendo l’obiettivo praticamente un cilindro, per evitare di fare errori di taglio degli spezzoni necessari alla copertura, mi sono fatto dei modelli con la carta di giornale.
    Il neoprene ha la caratteristica di avere un verso di elasticità così ho poggiato il modello di carta di giornale sul neoprene e ho con la riga segnato la linea di taglio in favore del lato più elastico. Fatto questo ho tagliato gli spezzoni di neoprene necessario, facendo attenzione a tagliare il materiale in questione di qualche cm più corto in maniera da facilitarne in seguito l’aderenza sull’obiettivo. Fate attenzione che il neoprene tirato si accorcia anche sul lato perpendicolarmente opposto per cui è necessario lasciare qualche cm in più dal lato suddetto.
    A questo punto ho effettuato l’incollaggio degli estremi per realizzare i tubolari che serviranno alla copertura dell’obiettivo.

    Incollaggio e cucitura

    L’incollaggio è molto banale ma va eseguito con cura e senza fretta. La colla va stesa sui bordi da fare combaciare (v. figura) in piccola quantità, quindi si fa asciugare completamente (circa 15 minuti). Si rifà la stessa operazione di stesura della colla, ma stavolta si aspettano 1-2 minuti quindi si fanno combaciare i due lembi e si pizzicano dal lato della fodera in maniera da forzarli l’uno contro l’altro. A questo punto si lascia asciugare il tutto almeno una notte.
    Condizione essenziale, dopo che si è asciugata la colla, è quella di cucire i lembi contrapposti di fodera cercando di non trapassare con l’ago il neoprene; questo determinerebbe un facile cedimento del neoprene durante la calzata sull’obiettivo.

    [IMG]/public/imgsforum/2010/2/DPP_0047.JPG[/IMG] [IMG]/public/imgsforum/2010/2/DPP_0055.JPG[/IMG] [IMG]/public/imgsforum/2010/2/DPP_0054.JPG[/IMG]

    Adesso non mi rimane che realizzare le finestre che mi permettono di manovrare i vari selettori dell’obiettivo e di vedere la distanza di MaF con relativa PdC. Questa è stata l’operazione più delicata perché i lembi rimanenti di neoprene intorno erano veramente esigui. Per fare ciò mi sono adoperato ad una paziente segnatura delle finestre, ad un taglio effettuato con taglia balsa (bisturi e/o forbicina o quant’altro molto tagliente) ed a una cucitura immediata del perimetro di taglio rispettando il sistema di cucitura sopra descritto. Questo ha permesso un rinforzo di tutta la finestra di ispezione.

    [IMG]/public/imgsforum/2010/2/DPP_0049.JPG[/IMG] [IMG]/public/imgsforum/2010/2/DPP_0056.JPG[/IMG]

    Un ultimo accorgimento, preso nella realizzazione di questa copertura, è stato il rispetto di movimento dell’anello di rotazione dell’obiettivo. Per questo non potevo realizzare un tubolare in quanto non c’era sistema di tenerlo in sede. Così mi sono servito di velcro nero adesivo che mi ha permesso di adagiare il neoprene mimetico lungo solo una parte dell’anello lasciando libera la basetta filettata per il montaggio su treppiedi. Questo ha determinato la libertà completa di movimento dell’obiettivo.

    [IMG]/public/imgsforum/2010/2/DPP_0029.JPG[/IMG]
    [IMG]/public/imgsforum/2010/2/DPP_0026.JPG[/IMG]
    [IMG]/public/imgsforum/2010/2/DPP_0028.JPG[/IMG]
    [IMG]/public/imgsforum/2010/2/DPP_0031.JPG[/IMG]

    Lo stesso tipo di copertura l’ho realizzata per i due Canon Extender x1,4 e x2 ai quali ho pizzicato il neoprene per fare comparire i puntini rossi di allineamento e le leve di sgancio.

    [IMG]/public/imgsforum/2010/2/DPP_0059.JPG[/IMG]
    [IMG]/public/imgsforum/2010/2/DPP_0058.JPG[/IMG]

    Sperando di avervi fatto cosa gradita e di non avere invaso troppo un 3D che non mi appartiene ma che mi sta particolarmente a cuore, Vi auguro buon lavoro e buona luce a tutti!

    In questo topic io vorrei raccogliere opinioni ed esperienze , creare una discussione costruttiva per tutti coloro che vogliono avvicinarsi a questa fantastica passione o che semplicemente vogliono approfondire e accrescere il proprio bagaglio di esperienza.

    E’ da un po’ di tempo che volevo fare questa prova pratica , un confronto tra due lenti datate ma ancora oggi molto in voga.

    Da un lato il vecchiotto pompone 100-400 con la sua mitologica morbidezza a 400mm e il suo stabilizzatore vecchio come generazione

    dall’altra parte il mitologico 400 f5,6 serie L non dotato di stabilizzatore ma forte di una qualita’ ottica insuperabile , tanto meno dal 100-400.

    Parlo ovviamente della massima focale di quest’ultimo altrimenti il confronto non avrebbe un senso.

    L’ho provati per un giorno , il 100-400 e’ mio e lo conosco bene il 400 invece mi e’ stato gentilmente prestato da Reynolds e devo dire che e’ divertentissimo.

    Ultimamente ho visto discussioni su queste due lenti che confermano quanto detto all’inizio , la loro fama non muore mai e l’interesse degli utenti resta sempre vivo ma in rete non ho mai trovato una comparazione fatta bene e lontana da marchi e marketing.

    Una frase che mi ha scosso letta ultimamente e’

    “tra il 100-400 e il 400 fisso c’e’ un abisso come qualita'”

    da bravo sostenitore e amante di questa lente ho voluto vedere con i miei occhi e……………………..

    a voi il giudizio.

    ho utilizzato questo soggetto colpito da una luce difficile per creare una situazione critica , utile per verificarne la qualita’ in certe situazioni e per accentuare i limiti delle due lenti , macchina eos 1Ds mkII , cavalletto , specchio alzato e scatto remoto.

    tale luce mi ha obbligato a sovraesporre le immagini di uno stop in fase di correzione , valori in DPP tutti a 0 , file disponibili.

    questa l’immagine madre

    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/foto_generale.JPG[/IMG]

    ora il crop del 100-400 seguito da quello del 400

    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/100-400f56.JPG[/IMG]
    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/400f5_6crop.JPG[/IMG]

    portando a 7 il valore di nitidezza

    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/100-400f56max.JPG[/IMG]
    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/400f5_6cropmax.JPG[/IMG]

    Un confronto con il 300 f2,8 Is L valore a 0 e a 7

    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/3002_8.JPG[/IMG]
    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/3002_8max.JPG[/IMG]

    ora una serie di imamgini con utilizzo dei due obiettivi a mano libera , ovviamente il 100-400 con stabilizzatore inserito e qua si vede la differenza quando i tempi sono molto bassi.
    valore nitidezza massimo

    sempre prima il 100-400 poi il 400 fisso

    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/100400foglie.JPG[/IMG]
    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/400foglie.JPG[/IMG]

    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/100400cima.JPG[/IMG]
    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/400cima.JPG[/IMG]

    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/100400muro.JPG[/IMG]
    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/400muro.JPG[/IMG]

    e infine un po’ di caccia fotografica con tempi di 1/500 , qua a parere mio si equivalgono

    crop 100%

    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/tortora100400crop100.JPG[/IMG]
    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/tortora400crop100.JPG[/IMG]

    Considerazioni finali:

    Possiamo dire che il mito sulla differenza molto evidente tra il 100-400 e il 400 fisso e’ un falso luogo comune , la differenza si vede in condizione critica e con le due lenti su cavalletto ma non c’e’ tutto questo abisso.

    Altra considerazione:

    Basta con sta morbidezza del pompone a 400mm , imparate ad usarlo bene prima di crocifiggerlo e vi accorgerete che questo vecchiotto ha una potenzialita’ inimmaginabile.

    Fermo restando che il 400 fisso e’ davvero una gran lente me va utilizzata solo in caso di luce buona , per chi fa caccia fotografica potrebbe essere ul limite da tenere in considerazione.

    P.s. Non centra nulla con questo testa ma dal momento che ero in ballo ho voluto fare lo stesso test con il 70-200 f2,8 duplicato , giusto per dare una risposta visiva a chi afferma ” se lo duplico in PP posso recuperare”

    sicuri??????

    400mm f5,6 a valore 0 e al massimo in DPP

    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/70-200x2f5_6.JPG[/IMG]
    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/70-200x2f5_6max.JPG[/IMG]

    Chiudendo di due stop

    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/70-200x2f8.JPG[/IMG]
    [IMG]/public/imgsforum/2011/9/70-200x2f8max.JPG[/IMG]

    Lasciate perdere che e’ meglio 😉

    A voi la parola

    #1425143
    gloster1974
    Partecipante

    Ma bravi , vi volete tenere tutti per voi i vostri segreti :pr :pr :pr

    #1425160
    Vader
    Partecipante

    che dire Roby hai fatto un’ottimo lavoro, io dalla mia parte non posso aggiungere altro per ora, se non sull’atrezzatura che ho (non sfuttata al massio a mio avviso 😀 :nw visti i risultati), però stò studiando……… presto mi arriverà la testa a bilanciere (un nuovo modello che non avevo mai sentito ma che dovrebbe andare molto bene) l’ho ordinata adesso (prossimo mese il cavalletto (?) ) intanto sto studiando delle postazioni dove istallare un capano mobile e ho intenzione di farne almeno due fissi.

    #1425195
    gloster1974
    Partecipante

    Grande Davide ti stai movendo con molta saggezza , i capanni fissi sono quelli che ottengono i risultati migliori , sempre se si posizionano nelle aree giuste 😉 , per quello mobile ha un ottimo successo se utilizzato ( aperto ) nelle prime ore del mattino quando i soggetti sono ancora a riposo altrimenti e’ necessario attenrere qualche oretta . . . . . particolare che chi come noi ama questo genere non e’ un problema 🙂

    #1430722
    10ste
    Partecipante

    ciao! per chi pratica caccia fotografica e si trova spesso e volentieri con i piedi nell’acqua o nel fango, consiglio un paio di stivali eccezzionali.. i muck boot! http://www.muckbootsonline.com/photodetails.asp?ProductCode=WMHMOSG io li uso da poco.. il mio amico dice che ora con quei stivali è come camminare con le ciabatte! spero di essere stato utile 😉 ciaooo

    #1431532
    gloster1974
    Partecipante

    Molto interessante , grazie ste per il tuo contributo 😉

    #1441030
    Anonimo
    Ospite

    Ottimo lavoro Roby,molto utile. Il 400mm F/5,6 se ho capito bene non si può semiduplicare con la 40D. Confermi? [lo]Mario

    #1441298
    gloster1974
    Partecipante

    Si puo’ mantenendo una qualita’ di immagine buona ma perdi l’AF se non copri i contatti con del nasrto e ai a disposizione una buona luce [scu]

    #1444265
    Mariano1981
    Partecipante

    ottimo topic, io mi sto avvicinando a questo (pazzo) mondo della caccia fotografica e mi sa che a breve prenderò il mitico “pompone” 100-400 🙂 Inizialmente vedrò per qualche “oasi” in zona, e poi punto a qualche uscita in montagna. Avendo un paio di amici cacciatori chiederò a loro dove sono i posti migliori. PS propongo di aprire un topic con le oasi attrezzate?

    #1444276
    gloster1974
    Partecipante

    Originariamente inviato da Mariano1981: PS propongo di aprire un topic con le oasi attrezzate?

    tipo questo??? 😉 😉 😉 Se hai amici cacciatori chiedi di poterli seguire durante i censimenti in montagna e fatti consigliare la posta migliore. Evita pero’ di seguirli durante le battute di caccia , troppo rischioso [inf]

    #1444291
    Mariano1981
    Partecipante

    Questo topic va benissimo, solo non vorrei che le info si perdessero nelle varie pagine. Basterebbe tenere aggiornata la prima risposta. Non ti preoccupare, mi terrò lontano dalla caccia venatoria 🙂 PS: grazie a sto topic ho fatto ulteriore chiarezza su che zoom spinto prendere, il 100-400 appunto.

    #1444298
    gloster1974
    Partecipante

    volevo dire questo , mi sono dimenticato di allegare il link 😀 😀 😀 😀 http://canoniani.it/forum_forum.asp?forum=4&section=70&post=117442

    #1448369
    datum
    Partecipante

    Solo ora ho letto il tuo magnifico articolo che mi ha liberato di molte farfalle che avevo per la testa. [bar] Mi rimane sempre forte la volontà di provare con la fotografia naturalistica, ma onestamente non me la sento di arrivare a capanni, mimetismi e fatiche varie (ho qualche anno di troppo). Tuttavia intendo frequentare più assiduamente le molte aree attrezzate con capanni come ho già fatto in Maiorca e suldelta del Po con qualche piccola soddisfazione. Ho quindi pensato che, per farmi le ossa, un 100-400 possa soddisfare le mie nacessità attuali(ho trovato che il mio 70-300 risulta un poco corto per questo impiego). Credi che sia una buona idea? :O Grazie e ciao [gra]

    #1448374
    reynolds
    Partecipante

    L’idea è ottima, datum, il 100-400 mm Canon è un’ottica indicatissima per la caccia fotografica, mi sento proprio di consigliartela, te lo confermerà anche l’amico Gloster. E non preoccuparti per l’età, anch’io comincio ad essere un pò “datato” per gli anni, vent’anni fa ne avevo già quaranta …., ma se c’è la passione, tutto si può fare!

    #1448390
    gloster1974
    Partecipante

    Confermo , il 100-400 e’si’ una buona lente di partenza per la fotografia naturalisticaenon per forza una tappa di transito ai piu’blasonati 300 2.8 o 500f4 , e’ una lente che ti diverte permettendoti inoltre di sbizzarrirti nella macro , data la distanza minima di messa a fuoco ridotta le libellule nel mio fotoalbum sono scattate con il biancone ;). L’eta? non esiste eta’ per la nostra passione.

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