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Antony999.
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Agosto 24, 2010 alle 5:37 pm #1594567
Antony999
PartecipanteOriginariamente inviato da cloreti: [quote] “..ho sempre pensato altresì che chi guarda un’immagine lo fa su due livelli:uno razionale ed uno inconscio(mi posso anche sbagliare,è un campo minato)ed ho anche imparato da Lucher e kandinsky che il colore fa vibrare l’anima ed ..”.
Lontano da luoghi comuni, è proprio così. La foto “reale” è un’illusione. Osserviamo la realtà ma ciascuno la interpreta a suo modo. C’é il lingaggio dei colori, ampiamente usato nella pubblicità per condizionarci negli acquisti.
Agosto 26, 2010 alle 5:55 pm #1594985Antony999
PartecipanteOriginariamente inviato da marco66: ho letto qualcosa pubblicato da feininger (su cons. di Fireblade) e poco altro. Spara sono tutt’orecchi [lo]
Scusa il ritardo. Per primo ti consiglio La Fotografia – Una storia culturale e visuale, di Graham Clarke, ed. Piccola Biblioteca Einaudi. http://www.contrastobooks.com/vmchk/Catalogo/Un%E2%80%99autentica-bugia.html Per ora questi libri bastano a farti conoscere la storia della fotografia e soprattutto a liberare la testa da pregiudizi e regole, non si sa da chi inventate e divenute comandamenti. Scoprirai che molti dei concetti ripetuti nei club, sulle riviste, e tra i fotografi, anche di grande livello, non hanno fondamento. Nella fotografia le regole non esistono. Solo per questo può considerarsi arte. Nel momento che fissiamo le regole la fotografia perde il diritto di fregiarsi di questo titolo. Scoprirai infatti che, nonostante l’avvento del digitale, fin ora non c’é nulla che non sia stato pensato e realizzato, in analogico, anche 100 anni fa. Che le elaborazioni in stampa erano usate ed esaltate teoricamente, come creative, già intorno al primo decennio del 1900. Fammi sapere.
Agosto 26, 2010 alle 7:04 pm #1595010mauromo69
Partecipante[quote]Originariamente inviato da Antony999: Scusa il ritardo. Per primo ti consiglio La Fotografia – Una storia culturale e visuale, di Graham Clarke, ed. Piccola Biblioteca Einaudi. http://www.ibs.it/code/9788861592483/valtorta-roberta/pensiero-dei-fotografi.html
Agosto 26, 2010 alle 7:31 pm #1595018Antony999
PartecipanteLa “Camera chiara” è molto teorica; un po’ difficile da recepire per chi non ha dimestichezze con la filosofia dell’immagine. Le lezioni di fotografia di Ghirri, invece, sono eccellenti. Ghirri forse è l’unico nel paesaggio italiano che può accostarsi ai grandi fotografi della Frontiera e della Grande Depressione americana. Loro sì che seppero «raccontare un popolo», mentre la nostra vicenda fotografica «non vorrei dire che è una storia di miseria, ma sicuramente non è una grande storia». Parole di Ghirri. Pensa, che di tutta la fotografia italiana Ghirri salvava solo gli Alinari! Il Ghirri esposto nelle gallerie internazionali non è l’operatore culturale di grandissimo livello teorico. Questo libro dà la possibilità di conoscere il vero Ghirri.
Agosto 26, 2010 alle 7:45 pm #1595020migliorabile
Partecipante@Antony999 Visto che ci sei, non limitarti ai soli testi in italiano. Per esempio, su Amazon.co.uk si trovano diversi testi di Andreas Feininger, eventualmente anche usati (gia’ ordinati, anche se non tutti per ora 🙂 ). Anche se siamo dei [i
Agosto 26, 2010 alle 9:27 pm #1595045Antony999
PartecipanteOriginariamente inviato da migliorabile: @Antony999 Visto che ci sei, non limitarti ai soli testi in italiano.
Quello di Graham Clarke non è di un italiano, ma “in italiano”. Se lo preferisci, puoi acquistare la versione in inglese. 😀 Quelli che ho elencato non trattano solo la fotografia italiana, ma quella internazionale. Sui libri stranieri è difficile che si parli della “fotografia italiana”. Inizia a leggere quelli che ti ho indicato, che già ti porteranno via tanto tempo per digerirli. Un altro libro formativo, per chi riesce a leggerlo (è complesso almeno come quello di Barthes) è: Linea punto superficie di Kandinsky. http://erewhon.ticonuno.it/arch/rivi/colore Per un po’ di tempo lasciate da parte i libri di tecnica fotografica (crop, risoluzione) e illuminatevi la mente con un po’ di teoria. E’ capace che le vostre fotografia acquisiscono una marcia in più. 😀 😀 😀 😀 Certi concetti raffinano il gusto compositivo e cromatico. Padroneggiandoli, è possibile allontanarsi con consapevolezza dal sentiero ristretto della regola dei terzi, della superficie aurea, della spiralòe, della diagonale.
Agosto 27, 2010 alle 12:44 am #1595096migliorabile
PartecipanteOriginariamente inviato da Antony999: Quello di Graham Clarke non è di un italiano, ma “in italiano”.
Infatto ho scritto in italiano non di un italiano, e lo hai pure riportato 🙂 ! Non sarebbe la prima volta che i testi piu’ interessanti non sono stati tradotti oppure non sono piu’ in commercio ma si trovano solo in altre lingue. E poi perche’ parlare solo di fotografia Italiana? C’e’ anche il resto del mondo!
Agosto 27, 2010 alle 5:52 pm #1595236Antony999
PartecipanteOriginariamente inviato da migliorabile: E poi perche’ parlare solo di fotografia Italiana? C’e’ anche il resto del mondo!
Il problema è la fotografia italiana, che è ferma, quando tutto va per il meglio, a Cartier Bresson; quando è peggio al crop per verificare la risoluzione del sensore o dell’obiettivo. Leggendo il libro di Graham Clarke si comprende qual’é il punto di vista “straniero” sulla fotografia come arte, visto che in Italia essa è considerata solo come rappresentazione della realtà, il momento decisivo, l’impronta del reale, l’orma del reale. Gharah Clarcke e soprattutto Smargiassi smontano queste orme e queste impronte del reale. Una volta che hai tolto di mezzo questi “principi costituzionali” che invece sono privi di fondamento teorico epratico, sei già su una via nuova: ti rimane tutto il resto. Cioè, usa la testa e fotografa come ti viene. Poi se vuoi approfondire cerca qualche libro sul Bauhaus tedesco (che è padre dellle possibili manipolazioni in camera oscura, dei montaggi, ecc.), sulla fotografia tedesca di propaganda nazista, la fotografia russa e cecoslovacca. E poi gli americani, i giapponesi, ecc.. Non ti meravigliare se ti segnalo la foto nazista e comunista. Ovviamente non condivido né nazismo né comunismo. Lo faccio perché c’é da capire cosa può fare la fotografia; quali orizzonti può travalicare; passando da riproduzione del reale a strumento di comunicazione soggettivo e didattico (in quel caso di manipolazione delle masse). Quindi di realtà non se ne parla. Inoltre leggi le lezioni di Ghirri e sarai già lontano. http://www.quodlibet.it/schedap.php?id=1904
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