Certo che per un genovese che dalla sua bella Zena ne vive lontano…è proprio un gran bel ri-vedere. Ho girato un po’ di mondo ma la bellezza della mia città rimane unica. I vicoli, Boccadasse, Nervi. La focaccia da Mario in via S. Vincenzo. Via Venti, De Ferrari. Gli aperitivi a Quarto e alle Erbe. A Righi con le fidanzate… E poi le funicolari, gli ascensori. Un’alba o un tramonto visti da Spianata Castelletto, con i carruggi che ti abbracciano e il mare che fa da cornice, sono un’emozione che nessun altro luogo mi ha mai trasmesso. D’altronde il poeta livornese diceva: “Quando mi sarò deciso d’andarci, in paradiso ci andrò con l’ascensore di Castelletto”. E Lele Luzzati, che abitava proprio in quel quartiere, un giorno disse: “Tutte le volte che esco dall’ascensore di Castelletto e guardo fuori mi stupisco, perché vedo sempre qualcosa di nuovo”. Grazie Fireblade per avermi fatto fare, stasera, un volo immaginario di ritorno verso la mia vecchia e cara Genova. Oltre, però, all’aspetto sentimentale i complimenti ti sono dovuti perchè il tuo reportage è stato molto ben curato, professionale ed il risultato è di una qualità estrema. Ottimo lavoro. p.s. Ora mi vado a mettere su “Creuza de mä”.