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L’esposimetro… questo sconosciuto

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  • #1866398
    GianMauro
    Partecipante

    [quote=”Albo49″ post=684174″]Ecco appunto, avrei dovuto leggere almeno l’ultimo capitolo. Mea culpa.
    Ma se il post continua così, con questa impostazione tipo wikipedia, io mi tiro fuori.
     [/quote]

    Non lo faccio più. Prometto

    #1866399
    albo49
    Partecipante

    HAha GM, nessun veto, meglio il riassunto del tema.
    Mi piaceva l’idea di parlare del proprio modo di usare la tecnologia di cui disponiamo, in fondo la luce è uguale per tutti.
    Non mi chiedo come sono fatti i vari componenti, ma so cosa fotografare e quale risultato voglio ottenere, la tecnologia deve aiutarmi in questo.

    #1866400
    Angor
    Partecipante

    ho letto tutti i post, non replico riga per riga prima di tutto per non perdere il terzo al tavolo, e poi perchè a volte poi diventa una sorta di battibecco.

    tra pellicola e sensore c’è una differenza fondamentale: con la pellicola devi prevedere la sua reazione, con il sensore la vedi.
    Tutto il discorso che hai fatto in relazione all’uso dell’esposimetro è corretto, e ci mancherebbe direi anche.
    Ma, se posso, tanto conosci perfettamente la fotografia a pellicola, almeno in parte sono sicuro che non hai ben compreso la….non saprei come chiamarla, tecnologia? no, tecnica? forse…filosofia? boh… del digitale.

    Tu chiedi cosa dovrebbe fare un sistema digitale “diverso” dall’esposimetro con quella foto estrema che hai postato….semplice: ottimizzare l’istogramma come da istruzioni (ETTR, ETTL, doppia esposizone per hdr ecc).
    Probabilmente ne uscirebbe un RAW al limite dello schifosamente chiaro….ma poco importa, dato che è destinato ad essere lavorato in PP l’importante è che il sensore abbia raccolto le informazioni nel modo migliore, non che abbia ottenuto la foto migliore….quella arriverà dopo, con la PP

    #1866401
    Angor
    Partecipante

    ho riletto questa frase,
    “E come lo dovresti ottenere se non che con la scelta della triade di parametri? Non mi stancherò di scriverlo… l’istogramma è una conseguenza dell’esposizione. A parità di foto esposta cambiando la terna cambia l’istogramma.”

    E’ tutto vero, l’istogramma lo determini, data un scena, cambiando la triade dei parametri.
    Ed è anche una conseguenza dell’esposizione.

    Ma perchè allora scriviamo poi cose diverse?
    Forse è opportuno precisare un po’ meglio cosa si intende per “esposizione”. Io, forse un po’ frettolosamente, ho associato “esposizione” all’uso dell’esposimetro.

    Mi correggo, quindi.
    Calcolare l’esposizione significa determinare quanta luce deve ricevere il sensore al fine di ottenere un predeterminato risultato.
    Da questa, viene decisa la triade dei parametri, sulla base di altre considerazioni (Av, Tv, ISO fisso o no ecc).
    E direi che questi due passaggi sono comuni a qualsiasi modo e tecnica di scatto, per qualsiasi tecnologia (sensore, pellicola, lastra…).

    Il calcolo dell’esposizione può essere fatto in diversi modi, di cui i classici:
    – misura della luce incidente
    – misura della luce riflessa
    – esposimetro con varie strategie di elaborazione (spot, media, ecc)
    – a occhio

    A questi si aggiunge l’uso dell’istogramma. Differisce dai precedenti per il fatto che i primi vengono decisi prima di vederne il risultato. Sono una previsione, non tanto del soggetto specifico oggetto di misura, ma della scena in generale.

    L’istogramma invece “misura” contemporaneamente tutta la scena, ogni singolo pixel, nelle condizioni di scatto scelte.
    A livello teorico può essere visto come una sorta di sistema zonale di Adams, ma ampliato a tutta la scena, privato del concetto di zona e in tempo reale.
    E, in più, cambia l’obiettivo: mentre nei sistemi classici, per poter avere uno standard di previsione, sono “tarati” sull’ottenere un grigio 18%, con l’istogramma l’obiettivo è meno prevedibile, perchè è determinato dalle luci presenti nella scena stessa.

    L’esposizione “classica” esposimetrica in una giornata di sole all’aperto posso determinarla anche a occhio, il famoso 1/125 f11 iso 100.

    L’esposizione per ottenere un ETTR no…potrebbe essere uguale, ma anche 2 o più stop sopra o sotto.
    Posso andarci vicino sovraesponendo un tot, o anche esplorando la scena con lo spot, ma precisa posso ottenerla solo con l’istogramma.

    #1866407
    Massimo
    Partecipante

    La risposta ai tuoi quesiti è assai semplice ed è la stessa a tutte e 3 le domande………..
    In primis si prende quel robo arcaico e lo si butta nel cestino……… poi si mette a TA…… gli iso più bassi possibile e un tempo, parkinson vari permettendo, sufficiente affinchè la foto non venga mossa……… poi ci si affida al mirino elettronico se uno ce l’ha oppure all’esposimetro della macchina……
    Easy as usual

    #1866408
    Angor
    Partecipante

    quella degli ISO più bassi possibile non sono sicuro che sia ancora una regola valida.
    dato per scontato di massimizzare la coppia apertura e tempi, non è detto che una foto con gli ISO minimi indispensabili dia risultati migliori, in termini di rumore e addirittura sfumature, di una con ISO più alti ma con un maggiore livello di segnale fuori dal sensore.

    Questo perchè gli ISO nel digitale non sono la sensibilità, ma l’amplificazione del segnale. E un segnale più amplificato si sposta nella parte alta dell’istogramma, dove ci sono più bit disponibili (sfumature) che non nella parte bassa.

    E poi c’è anche un discorso di rapporto segnale/rumore, dove il rumore è una somma di rumori, alcuni dei quali prima dell’amplificaizone, ma altri dopo.

    ediT
    ad esempio, ipotizziamo di avere una scena dove le regolazioni che rendono la luminosità della foto voluta sia 1/60, f5,6 100ISO.

    se aumento gli ISO mantenendo la stessa luminosità della foto, ottengo una cosa simile
    1/60 f5,6 100ISO
    1/125 f5,6 200ISO
    1/250 f5,6 400ISO
    In questo caso, la terza sarà la peggiore perchè, mentre diminuisco l’esposizione (quantità di luce che entra, che è data SOLO da A e Tv, non da ISO) aumento l’amplificazione per ottenere la stessa luminosità nella foto. Quindi, meno segnale e più rumore.

    Ma se mantengo l’esposizione e rimando la correzione della luminosità alla PP,
    1/60 f5,6 100ISO
    1/60 f5,6 200ISO , poi -1 stop in PP
    1/60 f5,6 400ISO , poi -2 stop in PP

    ipotizzando che non ci siano stati tagli nelle alte luci, a seconda della scena è molto probabile che la terza sarà quella con il rumore meno visibile, oltre che magari persino con dettagli migliori nelle ombre.

    PS:  comunque siamo finiti OT anche stavolta
     

    #1866416
    GianMauro
    Partecipante

    [quote=”Angor” post=684177″]
    “Ma, se posso, tanto conosci perfettamente la fotografia a pellicola, almeno in parte sono sicuro che non hai ben compreso la….non saprei come chiamarla, tecnologia? no, tecnica? forse…filosofia? boh… del digitale.”

     [/quote]
    Vorrei sottolineare che non preferisco un mezzo fotografico rispetto all’altro… per il resto che posso dire?
    Studiero di più per comprendere meglio la tecnologia, la tecnica e la fiosofia del digitale

    #1866417
    GianMauro
    Partecipante

    [quote=”maxcasa72″ post=684183″]La risposta ai tuoi quesiti è assai semplice ed è la stessa a tutte e 3 le domande………..
    In primis si prende quel robo arcaico e lo si butta nel cestino……… poi si mette a TA…… gli iso più bassi possibile e un tempo, parkinson vari permettendo, sufficiente affinchè la foto non venga mossa……… poi ci si affida al mirino elettronico se uno ce l’ha oppure all’esposimetro della macchina……
    Easy as usual
     [/quote]

    ha dato la risposta figa

    che bast…

    #1866421
    Angor
    Partecipante

    mi spiace che come l’ho scritto sia uscito, al solito, in forma pessima….e giustamente ti sei indispettito.

    non tento di spiegare meglio perchè temo che farei solo che ulteriori danni, ad ogni modo non voleva essere un’offesa.
     

    #1866422
    GianMauro
    Partecipante

    Nessun problema

    #1866441
    Angor
    Partecipante

    [quote=”GianMauro” post=684173″]Prendiamo l’esposimetro, impostiamo la sensibilità (ASA/ISO) e per magia, indipendentemente dalla potenza della lampada otterremo una coppia di T e di F. Avete letto bene, indipendentemente dalla potenza della lampada… come in figura:  

     [/quote]
    scusa una domanda: ho letto meglio questo passaggio, cosa intendevi con “indipendente dalla lampada”?
    se penso ad una lampada da 1000W e una da 5W, non credo che segni la stessa cosa, per cui immagino che volevi dire qualcosa d’altro

    #1866443
    GianMauro
    Partecipante

    quello che intendevo dire è che l’esposimetro leggerà sempre quel grigio come grigio al 18% e lo sarà sempre a prescindere dalla potenza luminosa. Cambieranno certo le coppie T/A, ma resterà sempre un grigio al 18%, quello sarà sempre la zona V del sistema zonale, o se vuoi il riferimento della lettura esposimetrica. Infatti se noti, quando ho misurato la luce incidente, ho anche precisato poi che mi posizionavo con l’esposimetro alla stessa distanza del cartoncino dalla luce. Ovviamente a parità di potenza luminosa (in questo caso la lampada), l’intensità luminosa decade con il quadrato della distanza (come nella legge di Coulomb per intenderci) pur la lampada restando della stessa potenza (1000W o 5W). Ora il discorso potrebbe trascendere. Potenza luminosa e intensità luminosa non sono la stessa cosa. Una, la potenza, si misura in Watt, mentre l’intensità luminosa, per semplificare è l’ampiezza del modulo del campo elettrico che contiene appunto, l’inverso del quadrato della distanza. Fra l’altro si applica questo conetto anche all’utilizzo del flash.

    Però, è bene capirci… ci possiamo addentrare quanto vuoi sugli aspetti fisici dei fenomeni, ma tutte queste “finezze” teoriche non ci faranno fare foto migliori ne tanto meno ci rendono la vita semplice. Poi uno per pura curiosità può certamente sviscerare quanto gli pare e piace ma resta un fatto; scienziati e ingegneri hanno ridotto l’esposizione (non casualmente) ad una terna di valori di numeri che sono legati tra loro in maniera inversamente proporzionale  e dipendenti da un parametro detto STOP che è un numero (e essendo un numero è adimensionale) che può essere positivo o negativo. Se T cresce di +1STOP , A decresce di -1STOP a parità di sensibilità. La genialata è quella di ridurre a sistemi pratici semplici e lineari. Per fare una foto o usare un flash, non devo avere una laurea in fisica. Mi occorre solo saper contare… fino a 10? (forse 14)

    E qui ci potermmo ancora complicare la vita… perchè lo so che stai pensando agli EV… ma gli EV e gli STOP sono la stessa cosa?
    La risposta è Nì… gli EV si sovrappongono agli STOP solo nel tratto in cui la funzione logoritmica è approssivamente lineare. Non mi ricordo di preciso quanto… ma credo +/-3 o 4 EV (per dimostrarlo dovrei farmi il grafico del logaritmo in base 2 dell’apertura al quadrato e dividerlo per il tempo ma… me lo risparmierei volentieri) 

    #1866449
    Angor
    Partecipante

    prima ti faccio una domanda trabocchetto: prova a mettere l’esposimetro vicino, appiccicato ad un pannello di quelli a led che si usano adesso nei soffitti…poi allontana lentamente e dimmi che succede.
    centra nulla con le foto, ovviamente, ma è una tipologia di propagazione delle onde che solitamente non si usa perchè, sempre di solito, diamo per scontata una certa semplificazione delle sorgenti di onde (luminose, sonore o qualsiasi cosa che trasmetta energia).

     

    #1866450
    Massimo
    Partecipante

    A questo punto, giusto per approfondire maggiormente l’argomento, anche se onestamente non ho ancora capito dove volete andare a parare, tanto vale parlare di quello che è lo spettro visibile, ovvero l’insieme delle lunghezze d’onda a cui l’occhio umano è sensibile e che sono alla base della percezione dei colori e che rappresenta solo una piccolissima parte dello spettro elettromagnetico, di quello che è lo “spettro visibile” dell’esposimetro, di quello che è lo “spettro visibile” dei vari sensori e per concludere poi con quello che era lo “spettro visibile” dei vari tipi di pellicole…… infrarosso….. ortho….. pan…… normali…… ecc. ecc. ecc.
    Mi chiedo che senso abbia mi surare con un esposimetro una luce led o al neon quando sappiamo benissimo che mentre per il nostro occhio sarà luce “bianca”, per il sensore sarà luce “blu” nel caso del led o “verde” in quello del neon…….
    A questo punto bisognerebbe, necessariamente, usare anche un termocolorimetro…….

     

    #1866451
    Angor
    Partecipante

    sintetizzando, ed è quello che voglio argomentare nell’altro topic che ho aperto: regolare la macchina misurando la luce tramite tecniche esposimetriche (interne o esterne) oppure misurando direttamente quello che legge il sensore?

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