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gloster1974

gloster1974 – bokeh

pancolar

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Apro questa discussione per provare a buttare giu’ un topic impegnativo ma che faccia chiarezza sulla qualita’ dello sfocato e da cosa dipende , purtroppo leggo quasi quotidianamente delle inesattezze su questo argomento e siccome noi siamo qua per dare le giuste notizie trovo giusto fare chiarezza.

l Bokeh o sfocato e’ da sempre un aspetto di valutazione della qualita’ di un obiettivo.

Quante volte avete sentito dire “ quella lente ha uno sfocato bellissimo” ma come si valuta questo aspetto , proviamo a valutare una linea di giudizio.

Premetto che tale valore e’ assolutamente soggettivo , nello sfocato sono pochi i dati che si possono giudicare tecnicamente per il resto ogni osservatore interpreta lo sfocato come solo il suo occhio e la sua mente riesce a percepire e in tal senso a valutare , si puo’ dire che la valutazione relativa allo sfocato richiede un po’ di allenamento o ancora meglio richiede un minimo di educazione all’immagine.

Evito di parlare della storia del termine Bokeh poiche’ basta fare una ricerca su wikipedia per trovare la sua definizione che oltretutto trovo poco interessante , piuttosto sempre su wikipedia vi sono delle notizie sulla valutazione dello sfocato che non vanno sottovalutate anzi meglio approfondirle poiche’ possiamo definitivamente porre un fine alla mitologica affermazione che “un obiettivo con molte lamelle di diaframma
dara’ uno sfocato strepitoso” , tale affermazione che spesso leggo e’ alquanto errata.

La spiegazione e’ semplicissima . Non si tratta di numero di lamelle per riprodurre le alte luci sfocate perfettamente circolari ma piuttosto si parla di qualita’ costruttiva del diaframma stesso legato alla qualita’ ottica dell’obiettivo.

Qua sotto potete notare una differenza decisamente visibile di un diaframma semplice con solo 6 lamelle di un Pancolar 80mm f1,8 che produce dei punti di alte luci molto piu’ morbidi nei confronti di un altrettanto valido Super Takumar 85mm f1,8 che adotta un diaframma con 8 lamelle ma restituisce uno sfocato che appare piu’ duro.

Pancolar 80mm f1,8 f2,8
pancolar

Takumar 85mm f1,8 a f2,

takumar

In questo caso abbiamo il Pancolar dove la correzione dell’aberrazione sferica e’ limitata mentre per il Takumar il discorso e’ ben diverso , siamo di fronte ad un obiettivo sovracorretto , oltretutto con l’utilizzo di terre rare radioattive per la produzione della lente frontale.

Qindi la definizione esatta e’ “ questo obiettivo ha un diaframma fantastico che regala uno sfocato morbido” non si parla di n° di lamelle ma di qualita’ costruttiva del diaframma.

Esistevano obiettivi costruiti negli anni 40/50 che avevano cosi’ tante lamelle da riprodurre quasi la circolarità perfetta ma la qualità delle lenti e dei trattamenti che ai tempi non erano paragonabili a quelle dei giorni nostri ne sminuivano tale dote riproducendo immagini ben sfocate ma prive di altri aspetti che ne compromettevano la qualita’ generale della foto.

Per citare alcuni di questi obiettivi posso elencare lo Zeiss Biotar 58 f2,0 a 17 lamelle o il russo Tair-11 con ben 20 lamelle che per contenere il meccanismo delle 20 lamelle obbligo’ gli ingegneri a progettare un barilotto scomodo da maneggiare senza parlare della qualita’ ottica da dimenticare.

Qua sotto vi propongo una foto scattata con un Mayer 85 f3,5 a tutta apertura e a f5,6 con la luce proveniente da destra a 90° , osservate cosa regala di bello questo obiettivo con un diaframma a 17 lamelle , paraluce neanche a pagarlo , non esisteva.

f3,5

f5,6
La domanda ora nasce spontanea , perche’ con le lenti corrette di oggi nessun produttore prova a mettere in commercio un obiettivo con diaframma di almeno 14 lamelle?????

Io sicuramente non ho la risposta , posso solo ragionare e dedurre che tale obiettivo risulterebbe altamente fuori mercato , con un barilotto enorme e sproporzionato e tutto questo solo per ottenere le alte luci nello sfocato circolari? Non credo possa avere successo , basta progettare un diaframma anche con 8/9 lamelle ma ben posizionate e il gioco e’ fatto , come accade negli obiettivi dedicati al ritratto attuali.

Ora abbiamo chiarito chi influisce sulla resa delle alte luci fuori fuoco ma non e’ il solo elemento da osservare , esiste anche la definizione di uno sfocato morbido e duro , chi lo stabilisce?

In questo caso il diaframma e la sua forma hanno un ruolo evidente ma non importante , ovviamente utilizzando l’obiettivo a tutta apertura quello che vedremo sara’ uno sfocato piu’ o meno morbido ma e’ solo chiudendo il diaframma anche di 1/3 di stop che vediamo modificati i punti di alta luce che magicamente prenderanno la forma del diaframma.

Questo non e’ uguale per tutti gli obiettivi ed ecco qua che entra in campo la “qualita’ dello schema ottico e la sua correzione dall’aberrazione sferica.

L’aberrazione sferica e’ il valore che influisce maggiormente sulla resa finale del nostro sfocato poiche’ interviene direttamente sulla profondita’ di campo.

Un obiettivo poco corretto sotto questo aspetto dara’ un’immagine dove il soggetto e’ ben a fuoco e i contorni molto contrastati e uno sfocato molto morbido , in questo caso vedremo la sagoma delle nostre alte luci appena visibile mentre su un obiettivo molto corretto si otterra’ il risultato opposto , soggetto a fuoco con contorni meno forti e in compenso i punti di alta luce nello sfocato ben marcati , in questo caso otterremo uno sfocato cosi’ detto “duro”.

L’obiettivo sovracorretto sara’ quello che avra’ maggiore equilibrio centro bordo a discapito dello stacco soggetto sfondo ecco perche’ gli obiettivi dedicati al ritratto normalmente non sono sovracorretti quindi possiamo anche smentire che su un 85mm o 135mm la perdita di dettaglio ai bordi e’ un difetto , ma piuttosto possiamo dire che si tratta di una caratteristica per tale lente.

Prima ho parlato di ariosita’ , questa parola ad oggi sconosciuta ma importantissima.

L’ariosita’ di una foto come per lo sfocato e’ un aspetto molto soggettivo che non tutti possono cogliere , anche per questo sara’ necessario un occhio ben allenato.

L’ariosita’ e’ la capacita’ di un obiettivo di creare per l’osservatore quella sensazione di spazio come se si trovasse davanti alla scena e non davanti ad una stampa bidimensionale , purtroppo questo fattore con gli schemi ottici super corretti e complessi e’ andata persa , si puo’ notare solo su obiettivi datati che pero’ mantengono questa magia , da provare.

Attenzione , nell’istante in cui voi vedrete e capirete osservando una stampa questa sensazione rischiate di stravolgere tutte le vostre certezze nel mondo degli obiettivi , alimentando il mercato ottico dell’usato.

ora vi lascio una sequenza di immagini tutte scattate con 1dsmkII e obiettivi 85mm , di diversa data e diversa costruzione , a voi i commenti.

 

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