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La focale 24mm per il formato 24×36, sebbene col progressivo avvento di grandangolari sempre più spinti ed impressionanti abbia perso l’impatto dirompente degli esordi, resta tuttora estremamente interessante per l’ottimale equilibrio fra angolo di campo già abbastanza ampio e dinamizzazione prospettica piacevolmente accentuata ma non ancora sgradevole; il “pollice” di focale da circa 80° fu un’invenzione Zeiss (prima col 25mm f/4,5 Topogon per la Contax II prebellica e successivamente col 25mm f/2,8 Distagon ideato da Glatzel per la reflex Contarex) ma la consacrazione di questo grandangolare arrivò con il corredo Nikon F degli anni ’60, quando il Nikkor-N Auto 24mm f/2,8 (primo obiettivo a sistema flottante prodotto in grande serie) cominciò a diffondersi fra i fotografi professionisti che non tardarono a farne buon uso (basta citare, uno fra tutti, le figure ambientate bianconero di JeanLoup Sieff).
In casa Canon, in previsione del lancio in grande stile del sistema FD, previsto per la primavera del 1971, cercarono di professionalizzare fin da subito il parco ottiche introducendo fin dall’origine un notevole 17mm f/4 ma, naturalmente, il grandangolare di impiego più frequente sarebbe stato anche il questo caso un obiettivo meno estremo e più sfruttabile, e nel corredo originale al prestigioso 17mm f/4 venne affiancato il Canon FD 24mm f/2,8, primo di una lunga e gloriosa serie di obiettivi di questa focale che avrebbero costituito, nel tempo, una sorta di fiore all’occhiello distintivo del sistema Canon reflex; infatti, negli oltre 40 anni trascorsi da quell’episodio, la Casa ha messo in vendita non meno di 13 versioni diverse di 24mm, alcuni dei quali costituivano una prima assoluta per luminosità massima o caratteristiche operative, come il TS-E L decentrabile e basculabile; recentemente è stata presentata una nuovissima interpretazione dell’EF 24mm f/1,4 L “mark II”, il Canon CN-E 24mm T 1,5 L F in montatura cinematografica standard dedicato alle nuovissime Canon EOS C500 ed EOS 1 DC con capacità di ripresa video aggiornata all’ altissimo standard di risoluzione 4k (4.096 x 2.160 pixel). Ecco la cronologia completa (aggiornata ad oggi, Aprile 2012) dei 24mm Canon a focale fissa: FD, EF e CN-E.
Canon FD 24mm f/2,8 (1° schema ottico) Marzo 1971
Canon FD 24mm f/2,8 SSC (1° schema ottico) Marzo 1973
Canon FD 24mm f/1,4 SSC Aspherical Marzo 1975
Canon FD new 24mm f/2,8 (2° schema ottico) Giugno 1979
Canon FD new 24mm f/2 Giugno 1979
Canon FD new 24mm f/1,4 L Dicembre 1979
Canon EF 24mm f/2,8 Dicembre 1988
Canon EF 24mm f/3,5 TS-E L Aprile 1991
Canon EF 24mm f/1,4 L Dicembre 1997
Canon EF 24mm f/1,4 L mark II Settembre 2008
Canon EF 24mm f/3,5 TS-E L mark II Febbraio 2009
Canon EF 24mm f/2,8 IS Febbraio 2012
Canon CN-E 24mm T 1,5 L F Aprile 2012
Sono dunque numerose le primizie introdotte nel tempo dal Costruttore, dallo straordinario superluminoso f/1,4 (flottante ed asferico) calcolato da Momiyama nel 1972 e lanciato nel 1975 alle sue evoluzioni con vetri UD a bassa dispersione, dal modello tilt & shift al recentissimo stabilizzato; si può senz’altro dire che la focale 24mm, sull’onda lunga del grande scalpore suscitato alla presentazione del 24mm f/1,4 SSC Aspherical e del relativo ritorno d’immagine per l’Azienda, sia sempre stata curata da Canon in modo maniacale, cercando di mantenere quella leadership conquistata prepotentemente in quel lontano 1975; nè va taciuto che il management seppe riconoscere a Kikuo Momiyama grande parte di questo merito, gratificandolo nella fase finale della sua carriera con un incarico dirigenziale di grande prestigio (il comando della Canon Optron, dipartimento d’eccellenza destinato allo studio ed alla realizzazione di materiali cristallini speciali per gli obiettivi); vediamo dunque come si è dipanato il filo di questa storia che sfuma nel leggendario.
Il sistema FD, col tempo si arricchì di tre versioni diverse: il superluminoso f/1,4 asferico (obiettivo estremamente costoso ed elitario), il luminoso f/2 ed il “workhorse” f/2,8; la versione f/1,4 nacque con la livrea FD originale, dotata di breack-lock in alluminio godronato (rimpianto da molti per la precisione e la sicurezza dell’accoppiamento) e col la scritta “Aspherical” color giallo senape identica a quella del precursore, l’FD 55mm f/1,2 SSC Aspherical; a fine anni ’70 il nocciolo ottico venne trapiantato nella nuova montatura FD new, tutta nera e priva di collare di serraggio, acquistò il leggendario filetto rosso e la nuova denominazione “L”. Il 28mm f/2, storicamente accreditato di valide prestazioni, comparve nel Giugno 1979 alla presentazione della nuova montatura FD new e chiudeva il gap (anche di listino) fra l’inarrivabile f/1,4 asferico e l’abbordabile f/2,8, costituendo un valido compromesso fra luminosità elevata, compattezza e prezzo. Il 24mm f/2,8 presentato nel 1971 era privo di trattamento antiriflessi a strati multipli, a quel tempo non ancora diffuso nella produzione di massa; tale aggiornamento venne applicato nel 1973 e l’obiettivo acquisto la corrispondente denominazione SSC (Super Spectra Coating); passando alla livrea FD new, nel 1979, la Canon aggiornò la parte ottica equipaggiando la nuova versione con uno schema ottico sostanzialmente ricalcolato; ecco gli schemi ottici delle varie versioni.
Gli schemi ottici delle varie versioni FD; notate come la presenza della superficie asferica abbia permesso di confezionare per la versione f/1,4 uno schema tutto sommato non eccessivamente complesso, utilizzando 10 lenti: le stesse impiegate sul modello f/2,8 new e addirittura una in meno di quelle presenti nello schema della versione f/2.
Il primo 24mm del corredo Canon reflex arrivò col lancio del modello FD 24mm f/2,8, presentato nel Marzo del 1970 assieme alla primissima schiera di ottiche di questa generazione, caratterizzate dall’assenza di antiriflessi multipli (mancava ancora la denominazione SSC) e dall’adozione di una magnifica baionetta di servizio anteriore cromata, oltre al celebre “breack-lock” di serraggio sulla baionetta posteriore. L’FD 24mm f/2,8 venne calcolato nel 1969 contestualmente all’FD 17mm f/4, nell’ambito di un progetto unitario, da Akira Tajima e Kikuo Momiyama (padre, come detto, anche del 24mm f/1,4 Aspherical); tali progetti vennero brevettati in Giappone nell’Aprile 1970, quando i corrispondenti modelli di serie erano già stati presentati alle folle; il 24mm f/2,8 presenta soluzioni moderne come un sistema di flottaggio collegato alla messa a fuoco che modifica lo spazio fra le prime due lenti ed il resto del gruppo ottico alle distanze minime, migliorando le prestazioni di astigmatismo e curvatura di campo rispetto all’identico schema privo di flottaggi, come confermato dai diaframmi annessi al progetto e riportati nella scheda precedente; lo schema ottico retrofocus si distingue per l’ampio diametro degli elementi anteriori e per la foggia della seconda lente, il tutto finalizzato al contenimento della vignettatura, mentre fra i vetri utilizzati sono degne di nota due lenti in Dense Flint tipo SF6 ad alta rifrazione/alta dispersione (L4 ed L6) e due lenti in vetro Crown al lantanio tipo LaK8 (L8 ed L9).
Il successivo 24mm f/1,4 Aspherical del 1975, autentico vanto del corredo FD, fu una realizzazione talmente epocale da restare senza rivali nella produzione di serie per decenni, fino all’avvento dei modernissimi modelli Leica Summilux-M o Nikon AF-S Nikkor ED; è dunque comprensibile che la Casa, orgogliosa del suo campione, abbia dedicato molta cura al suo aggiornamento, mantenendo tuttavia intatta, nelle varie evoluzioni (di serie o prototipi) la fisionomia dello schema originale (parzialmente abbandonata solo nell’ultimo modello del 2008): un ulteriore omaggio al grande progettista Momiyama ed alla sua genialità; le versioni f/1,4 giunte alla produzione di serie furono l’FD 24mm f/1,4 SSC Aspherical, l’FD new 24mm f/1,4 L, l’EF 24mm f/1,4 L e l’EF 24mm f/1,4 L mark II.