Il Libro “Museo arte sacra città”: questo volume, con oltre 500 pagine dedicate all’architettura e all’arte sacra della diocesi di Faenza – Modigliana e curato dall’Arch. Giorgio Gualdrini, è stato illustrato anche con immagini realizzate da me, molte delle quali ottenute proprio con il Canon EF 24mm f/3,5 TS-E L “mark II” su EOS 5D mk II, compresa l’immagine di copertina.
Passando ad obiettivi più convenzionali, occorre annotare anche la versione EF 24mm f/2,8, presentata agli albori del sistema EOS, nel Dicembre 1988, e sostanzialmente derivata dal nocciolo ottico della versione FD new, con poche modifiche non sostanziali; un obiettivo poco appariscente che ha svolto un ruolo da umile comprimario per molti anni e che, nel Febbraio 2012, è stato rivisitato con un nuovo schema ottico, dotato di superfici asferiche ed equipaggiato con un sistema di stabilizzazione attiva in grado di compensare, a detta del costruttore, fino all’equivalente di 4 f/stop, nelle condizioni più favorevoli: un bel sistema per aumentare le possibilità di ripresa in luce scarsa senza far lievitare necessariamente i costi e gli ingombri oltre limiti inaccettabili.
Una “foto ufficiale” dell’EF 24mm f/2,8 IS stabilizzato, obiettivo dall’estetica dimessa ma dalle caratteristiche interessanti, per chi badi al sodo.
L’EF 24mm f/2,8 IS è stato calcolato nel 2010 da Makoto Nakahara; è interessante sottolineare che, nello stesso progetto globale, è presente anche lo schema dell’EF 28mm f/2,8 IS, presentato in contemporanea al 24mm, e di un inedito ed interessantissimo 35mm f/2 stabilizzato e asferico che, se prodotto ad un prezzo contenuto, potrebbe incontrare i favori di molti utenti e addirittura cannibalizzare parzialmente anche l’EF 35mm f/1,4 L, più luminoso e prestigioso ma non stabilizzato. Per quanto concerne il 24mm f/2,8 IS, la scelta di delegare la funzione di stabilizzazione al menisco negativo L5, e considerando la sua modesta corsa utile, ha permesso di limitare il degrado d’immagine fra la posizione “zero” ed il massimo decentramento; l’obiettivo utilizza un robusto schema retrofocus a 10 lenti con due superfici asferiche, sul raggio anteriore della quinta lente (quella responsabile della stabilizzazione) e dell’ultima; 3 vetri agli ossidi delle Terre Tare e 2 Dense Flint ad alta rifrazione / alta dispersione completano il quadro.