Capitolo 5: Confusione nella fotografia con il flash nel sistema EOS
La causa principale della confusione esistente nella fotografia con il flash del sistema EOS sta nella maniera in cui le varie modalità (P, Av, Tv ed M) gestiscono il flash, specialmente in caso di luce ambientale scarsa. Qui di seguito vi propongo un riassunto su come questi programmi agiscono nel momento in cui si accende il flash. La tabella tratta l’argomento partendo dal presupposto di non aver abilitato la modalità FP.
In dettaglio:
5.1 Modalità Program ( P )
Il principio cardine di questa modalità è quello di impostare il tempo di esposizione più rapido possibile in modo da poter usare la fotocamera a mano libera senza rischiare di ottenere immagini mosse: se lo sfondo deve essere nero, così sia!
La modalità P agisce in due modi in base alla luce ambientale presente:
[cit]1) se c’è molta luce (13 EV o di più) la fotocamera pensa che sia desiderato un flash di riempimento per illuminare il soggetto in primo piano. La fotocamera misura la luce disponibile e regola i parametri di conseguenza, poi imposta il flash per un lampo di riempimento per il soggetto in primo piano.
2) se la luce ambientale è poca (10 EV o meno), la fotocamera “conclude” che sia necessario illuminare il soggetto in primo piano. Imposta un tempo compreso fra 1/60 e il sincro-X e regola il diaframma in base alla sua programmazione. Il lampo è molto più potente che nel caso precedente.[/cit]
A causa di queste regolazioni dell’otturatore, è molto probabile che lo sfondo risulti scuro.
Su molte EOS (se non tutte), se viene attivato il flash (incorporato o esterno che sia), la modalità P non consente lo shifting delle coppie tempo/diaframma (cioè la possibilità di scambiare la coppia con una equivalente). Si noti che anche la modalità DEP (o A-DEP) non funziona correttamente con il flash attivato, il suo sistema di calcolo è sostanzialmente il contrario della modalità P.
5.2 Modalità a priorità di diaframmi (Av)
La modalità Av vi permette di scegliere l’apertura di diaframma desiderata. La fotocamera sceglie il tempo di esposizione fra il massimo di 30 secondi al minimo consentito (sincro-X) in modo da esporre correttamente lo sfondo. Il flash viene calcolato dal sistema di misurazione dedicato e sarà di riempimento. E’ possibile che il tempo calcolato sia molto lento, in questi casi è consigliabile utilizzare un cavalletto. In condizioni di luce molto scarsa, si può affermare che la modalità Av lavori sul principio della sincronizzazione a bassa velocità.
Esiste comunque un’eccezione a questo comportamento. Su alcuni modelli è possibile impostare una funzione personalizzata che blocchi il tempo di esposizione in modalità Av al tempo sincro-X. In questo modo è come se la fotocamera stesse lavorando in P.
La fotocamera impedirà l’utilizzo di un tempo più rapido del sincro-X (a meno di usare la funzione FP), se nel mirino lampeggia il tempo di 30 secondi significa che non c’è abbastanza luce per ottenere l’esposizione desiderata e bisogna agire di conseguenza (aumentare l’apertura o la sensibilità, ecc.). Se lampeggia il vostro tempo sincro-X, al contrario, c’è troppa luce e si dovrà agire al contrario di come descritto prima.
Unità flash come il 420EZ e il 430EZ funzioneranno in modalità A-TTL, mentre il 540EZ lavorerà solo in TTL. Fate attenzione, capita a volte che le fotocamere di tipo A possano sottoesporre lo sfondo fino ad uno stop quando la luce ambientale è bassa ed è attivata la misurazione E-TTL. Se incontrate questo inconveniente, potete confrontare i parametri di scatto con la modalità M (che non risente di questo inconveniente) oppure impostare una compensazione dell’esposizione.
5.3 Modalità a priorità di tempi (Tv)
Con questo programma la fotocamera permette di scegliere il tempo di esposizione. Di conseguenza il diaframma viene automaticamente impostato in modo da avere un’esposizione corretta dello sfondo. La potenza del flash viene determinata dal sistema di misurazione dedicato in modo da fornire un adeguato riempimento sul soggetto. Sostanzialmente è un comportamento esattamente contrario alla modalità P.
Se il valore di apertura massima del vostro obiettivo lampeggia nel mirino, significa che lo sfondo non risulterà adeguatamente illuminato, di conseguenza dovrete diminuire la velocità di esposizione in modo da compensare l’ammanco di luce, altrimenti otterrete uno sfondo scuro. Utilizzare tempi molto lenti comporterà la necessità di un cavalletto.
Come sempre la fotocamera impedirà l’impiego di un tempo troppo rapido (a meno di utilizzare la funzione FP). Se nel mirino lampeggia il valore della minima apertura possibile con il vostro obiettivo, allora in scena c’è ancora troppa luce e per compensare sarà necessario aumentare la velocità di esposizione, o diminuire la sensibilità di sensore/pellicola (o anche avvalendosi anche della funzione FP, se lo ritenete necessario), oppure ancora si potrebbe spegnere il flash e usare dei riflettori per modificare la luce ambientale per dirigerla sul soggetto.
Unità flash come il 420EZ e il 430EZ funzioneranno in modalità A-TTL, mentre il 540EZ lavorerà solo in TTL. Fate attenzione, capita a volte che le fotocamere di tipo A possano sottoesporre lo sfondo fino ad uno stop quando la luce ambientale è bassa ed è attivata la misurazione E-TTL. Se incontrate questo inconveniente, potete confrontare i parametri di scatto con la modalità M (che non risente di questo inconveniente) oppure impostare una compensazione dell’esposizione.
5.4 Modalità manuale (M)
In quest ultimo caso, è il fotografo a decidere come sarà l’esposizione agendo direttamente su tempi e diaframmi. Il sistema di misurazione flash si occuperà di calcolare un lampo di riempimento per illuminare il soggetto principale. Questo sistema è in netto contrasto rispetto ai tempi in cui il fotografo era costretto a portare con se delle tabelle per calcolare la giusta intensità del lampo.
Ecco come il flash funziona in modalità M. Attenzione, in questo paragrafo si parla solo dell’esposizione manuale, la quale utilizzerà il sistema di misurazione TTL/E-TTL. La trattazione sulle impostazioni manuali del flash avrà in seguito il suo capitolo specifico.
– Impostate la fotocamera in modalità M.
– Impostate diaframma e tempo di esposizione in modo da avere lo sfondo correttamente illuminato.
– Premete il pulsante di scatto a metà, se il vostro flash ha un display, verranno visualizzate le informazioni sulla distanza che il flash può coprire.
– Se il vostro obiettivo è dotato di scala delle distanze, potete controllare che il soggetto sia entro la portata del flash.
– Se la spia ready è accesa, potete premere il pulsante di scatto fino in fondo e ottenere la fotografia. Il sistema di misurazione del flash (TTL o E-TTL) calcolerà l’esposizione corretta per il soggetto.
Se il vostro flash non possiede il display, naturalmente non avrete l’anteprima delle informazioni. Anche se siete dotati di display, questo non fornirà informazioni se avete regolato la testa del flash in posizioni differenti da quella base (in asse con l’obiettivo). Le informazioni mostrate potrebbero essere errate se avete montato un diffusore o altri accessori.
Alcuni Speedlite come il 540EZ o il 580EX possono mostrare le informazioni sulla distanza in metri o piedi, dipende dal sistema metrico/imperiale impostato (c’è un piccolo interruttore nel vano batterie). Altri, come il 430EZ, sono in grado di funzionare con un solo sistema di misurazione, quale dipende solo dal mercato di vendita originario. Gli esemplari veneuti negli Stati Uniti sono impostati in piedi, tutti gli altri in metri. Altre unità più recenti come i 580EX II possono cambiare unità di misura grazie alle impostazioni personalizzate.
5.5 Unità flash multiple
Come ormai avrete capito, la causa principale dei problemi nel bilanciare l’illuminazione ambientale con il tempo di esposizione sta nel fatto che il lampo del flash è sufficiente ad illuminare solo il primo piano, a meno che non si stia fotografando in spazi molto ristretti.
Se vi trovate in spazi più ampi e non potete far rimbalzare il flash, potreste considerare l’impiego di più unità flash, una o due per il soggetto e un altro paio per lo sfondo. Questa soluzione aumenta la potenza a vostra disposizione e migliora le vostre possibilità di controllo.
Esistono tre sistemi principali per metterei pratica questa tecnica, e sono il collegamento con cavi, gli slave ottici (fotocellule) e i sistemi wireless.
5.6 Collegamento con cavi
In questo caso, è necessario comprare i cavi di collegamento e i relativi accessori in modo da poter collegare più flash alla fotocamera. I flash vengono azionari all’unisono nel momento in cui viene scattata la foto, è possibile utilizzare la misurazione TTL o impostare ogni unità manualmente (se i flash lo permettono). Per i dettegli consultare la sezione sui cavi prolunga.
5.7 Slave ottici
Con questo sistema si posizionano i flash (i grandi flash da studio alimentati a rete elettrica oppure i piccoli flash portatili a batterie) sulla scena, ognuno dotato di un piccolo sensore ottico (la fotocellula). Questi sensori reagiscono al lampo di un’unità direttamente collegata alla fotocamera facendo scattare i flash ad essi collegati. Per i dettagli consultate la sezione sugli slave flash.
5.8 I collegamenti wireless
In questo frangente, Canon, ha messo a punto un suo sistema E-TTL wireless, che permette di azionare più gruppi di Speedlite grazie ad impulsi luminosi (questo sistema non coinvolge l’uso di onde radio). Questo sistema proprietario permette l’utilizzo di tutte le funzioni collegate alla tecnologia E-TTL (FP, FE-L, ecc.). Su alcuni corpi è disponibile anche un sistema di controllo dei rapporti di illuminazione e della luce modellante. Per i dettagli consultate la sezione sul E-TTL wireless.
Solo di recente, con l’introduzione dello Speedlite 600EX-RT e del trasmettitore ST-E3-RT, è diventato possibile utilizzare la tecnologia Canon E-TTL tramite sistema un sistema radio proprietario.
Molte compagnie producono sistemi di controllo radio per azionare i flash da remoto. La maggior parte di questi dispositivi sono incompatibili con i sistemi di misurazione E-TTL e non permettono neppure il controllo automatico del flash stesso. Sono comunque in aumento le offerte di trigger radio in grado di interfacciarsi con le tecnologie proprietarie dei vari sistemi fotografici e di fornire alla fotocamera i dati sulla misurazione della luce flash.
Esistono anche trigger economici, paragonabili alla tecnologia dei telecomandi delle porte dei garage. La loro portata è molto inferiore rispetto ai prodotti professionali e l’unica cosa che possono fare è dare il segnale di innesco. Nonostante questo, se i vostri flash possono essere regolati manualmente, trigger di questo tipo possono rivelarsi estremamente versatili e consentono di collocare i flash virtualmente senza restrizioni.
5.9 La misurazione dello sfondo nella fotografia con il flash
Le fotocamere EOS adottano diversi schemi di misurazione in base al modello in questione. Questi sistemi di misurazione includono il valutativo (da 3 a 63 zone o più nel caso delle recenti 1D X o 1D C), il parziale (6,5% o 10,5% dell’inquadratura, a volte collegato al punto AF attivo), la media pesata al centro e la spot. Quando non viene impiegato il flash, questi sistemi di misurazione sono utilizzati normalmente per la misurazione della luce sul soggetto.
Al contrario, quando si usa il flash la fotocamera ha bisogno di misurare la luce sullo sfondo e non sul soggetto, quindi, entro i limiti del possibile, gli schemi di lettura devono cambiare. E questo varia da fotocamera a fotocamera.
Le EOS con misurazione a zona singola come la T90 (che si può considerare a tutti gli effetti l’anteprima del sistema EOS) e la EOS 1000F per gestire i sistemi TTL ed A-TTL usano il sistema a media pesata al centro. Le EOS dotate di sistemi di misurazione a segmenti multipli utilizzano quelli più esterni per la misurazione TTL ed A-TTL (il sensore valutativo è suddiviso in diversi schemi a seconda di quanti del numero di zone di cui è composto, in generale vengono selezionati i segmenti più vicini agli angoli dell’inquadratura).
Molte delle EOS dotate di pulsanti per attivare la misurazione parziale non usano i segmenti esterni quando questo tasto viene premuto. Al loro posto vengono usati gli schemi per la misurazione parziale della luce ambientale. Le T90, EOS-1, 700, 750 e 850 fanno eccezione, infatti non permettono la misurazione parziale per il flash.
Sfortunatamente Canon non ha pubblicato le specifiche di come il sistema E-TTL effettua la misurazione della luce ambientale, quindi non è possibile trattarlo.
5.10 Gli schemi di misurazione flash
Le informazioni sugli schemi di misurazione sono piuttosto scarse, soprattutto sull’E-TTL.
Schemi di misurazione TTL ed A-TTL (solo per fotocamere analogiche)
Lo schema di misurazione flash è determinato dal tipo di sensore flash installato nel corpo macchina. Se la fotocamera è dotata di un solo punto AF, allora il sensore sarà a zona singola. La misurazione verrà effettuata utilizzando uno schema a media pesata al centro.
Se la fotocamera è dotata di punti di messa a fuoco multipli, allora saranno impiegate più zone di misurazione: ciò che Canon chiamò AIM. Il numero di zone dipende dal modello di fotocamera. Per esempio, la EOS 10 è dotata di tre punti AF e tre zone di misurazione flash, di conseguenza la misurazione flash sarà effettuata con la zona corrispondente al punto/i AF attivato/i. Non sempre però i due gruppi di sensori combaciano, infatti la EOS 5 ha lo stesso sensore multi-zona della EOS 10 ed è dotata di 5 punti AF. La EOS 50 ha solo tre punti AF e un sensore di misurazione flash a 4 segmenti (impiegati su 3 zone, cioè i 4 segmenti vengono di volta in volta selezionati a coppie contigue determinando tre zone di lettura effettive).
L’intento di questi sensori è quello di misurare il lampo solo attorno al punto AF selezionato. Se invece si passa alla messa a fuoco manuale, la lettura avviene secondo lo schema a media pesata al centro.
E’ interessante notare che la EOS 5 si comporta in maniera differente rispetto agli altri modelli con punti AF multipli, infatti calcola l’esposizione flash solo per il punto AF più vicino (se è stato selezionato manualmente). In modalità ECF automatica, sembra scegliere sempre la zona centrale.
Schemi di misurazione E-TTL ed E-TTL II
La fotocamera utilizza il sistema di misurazione valutativo per calcolare l’esposizione flash basata sui dati forniti dal pre-lampo. Molte fotocamere non dotate si sistema E-TTL II, quando vengon usate con messa a fuoco automatica, impiegano sempre la misurazione valutativa attorno al punto AF selezionato, non impiegano mai la lettura spot o parziale. In caso di messa a fuoco manuale, alcuni altri corpi, passano alla lettura a media pesata al centro.
Purtroppo questo comportamento dell’algoritmo E-TTL può essere fonte di problemi, esso infatti si comporta come un sistema di misurazione spot. Molte lamentele sul comportamento del flash E-TTL sembrano essere dovute proprio a questo comportamento. Se la fotocamera basa la lettura su un oggetto molto scuro o nero, è molto probabile che la foto risulti sovraesposta (o il contrario se l’oggetto è molto chiaro). La soluzione più semplice a questo problema è l’utilizzo della funzione FE-L in modo da pre-calcolare il flash su un oggetto dal tono medio e poi ricomporre. Purtroppo in caso di dover scattare foto rapidamente come ai matrimoni o per riprese di sport, questa pratica risulta essere poco pratica e conviene impostare la lettura sullo schema a media pesata.
Casi particolarmente sfortunati ed ostici della misurazione E-TTL sono le EOS D30 e D60. La EOS 10D invece “risolse” il problema bloccando la lettura sempre sullo schema a media pesata.
Il sistema E-TTL II, al contrario, calcola ogni zona del sensore valutativo prima e dopo il pre-lampo, pesando ogni singola zona indipendentemente e considerando in modo particolare quelle zone giudicate essere più riflettenti delle altre. Tutto questo significa che, contrariamente al sistema precedente, non esistono schemi di misurazione precostituiti poiché vengono calcolati in tempo reale.
NOTA: Dal momento che non ci sono documenti dettagliati sulla tecnologia E-TTL/E-TTL II, questi ultimi paragrafi non possono essere considerati attendibili al 100% perché si basano sull’osservazione empirica e sui pochi dati disponibili.
Non ricomponete l’inquadratura se usate il flash.
Il fatto che la fotocamera basi la lettura del luce flash nella zona più vicina al punto AF attivo è da tenere sempre in mente. Se avete l’abitudine di mettere a fuoco, usare il blocco dell’esposizione automatica e ricomporre l’inquadratura, ricordatevi sempre di non usare questa tecnica con il flash.
La misurazione del flash avviene dopo quella della luce ambientale, quindi state bloccando l’esposizione automatica di quest’ultima (AE-L) ma non quella del flash, di conseguenza ricomponendo l’inquadratura otterrete solo alterare in maniera incontrollata le condizioni di luce già calcolate. E’ consigliabile scegliere il punto di messa a fuoco più vicino a alla posizione effettiva del soggetto nell’inquadratura in modo che la misurazione del flash vada a buon fine.
Ci sono solo due eccezioni a questa regola. La prima sono i corpi macchina di tipo A dotati della funzione FE-L. Questi corpi sono in grado di bloccare l’esposizione flash esattamente come il blocco AE, consentendo di ricomporre l’immagine. Il secondo caso sono i corpi dotati della tecnologia E-TTL II che in virtù del differente sistema di lettura (che può coinvolgere anche i dati sulla distanza da soggetto) sono meno vulnerabili a questo comune errore di misurazione della luce.