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Posto in quest’area dedicata al commento delle nostre immagini questo documento che riassume le tecniche e le buone norme di comportamento che ogni uno di noi e’ tenuto a rispettare in stretto contatto con la Natura.
Il termine “caccia fotografica” risale all’inizi degli anni 70 quando venne dato questo nome a questa attivita’ fotografica strettamente legata a quella venatoria.
Ora molti leggendo queste parole resteranno basiti ma se si analizza la Vera caccia fotograficha e la caccia venatoria ci si rendera’ conto che l’unica vera differenza e’ il risultato strettamente a favore del soggetto nel nostro caso.
Prima di essere insultato vado a confrontare le due attivita’.
Passione – in entrambi i casi si tratta di vera passione , quella passione che fa fare delle levatacce per recarsi nei luoghi di caccia , fa affrontare mattinate gelide , lunghe camminate con in spalla attrezzatura pesantissima e spesso non si schivano giornate con l’umidita’ alle stelle che penetra nelle nostre ossa , questo dato anche all’ambiente che meglio si presta a questa disciplina.
Luoghi – gli stessi e qua stendiamo un velo pietoso in quanto spesso ho dovuto rinunciare per non rischiare di ritornare a casa impallinato
Abbigliamento – e che dire dell’abbigliamento , non sembriamo tutti dei “Rambo” quando ci rechiamo in loco per le battute????
Attrezzatura – ingombrante , pesante e costosa in tutti e due i casi.
Tecniche di avvicinamento – anche qua sono le stesse anzi spesso si adoperano gli stessi capanni , gli stessi accorgimenti per nascondersi dai soggetti.
Soggetti – se non sono gli stessi poco ci manca , oramai i cacciatori sparano a tutto cio’ che si muove.
Ecco ora siamo giunti alla conclusione e per questo sono orgoglioso di appartenete alla categoria “Cacciatori fotografici”.
Sia il cacciatore che il fotografo per portare a termine l’opera devono premere nel primo caso il grilletto , nel secondo caso il pulsante di scatto e qua le strade si dividono.
Il cacciatore “uccide” ( o almeno ci prova ) il soggetto cacciato , lo recupera anche se spesso questo compito lo lascia fare al proprio fidato compagno ovvero il cane e dopo un rigoroso rituale per rendere omaggio alla preda lo porta a casa , lo scuoia e lo congela per una futura abbuffata con gli amici.
Il Fotografo invece dopo l’emozione del “clic innocuo” (al massimo se a distanza ravvicinata puo’ mettere in allerta il soggetto) , gia’ si pregusta l’immagine mentalmente e spera che tutti i settaggi siano stati scelti con criterio e giudizio al fine di ottenere l’immagine al meglio
Successivamente al termine della giornata noi cacciatori torniamo a casa , accendiamo con impazienza il pc ( o attendiamo il giorno successivo per portare i rullini a sviluppare ) e dedichiamo qualche oretta allo spoglio dei file alla ricerca dell’immagine che ci emoziona a prima vista.
Ma tralasciamo gli aspetti comparativi con la Caccia venatoria e dedichiamoci alla nostra vera passione , la Fotografia.
Il Fotografo naturalista , durante le sue battute di “caccia” , deve essere cosciente innanzitutto di trovarsi ospite di un ecosistema molto fragile e pertanto il rispetto e’ la prima regola.
Per rispetto non si intende solo dell’ambiente , ma in particolar modo della fauna.
Nella maggior parte delle ipotesi di uscita ci troveremo di fronte a dei soggetti assolutamente selvaggi , non abituati all’uomo e pertanto oltre ad essere schivi si sentiranno in pericolo al momento dell’incontro , pertanto la massima attenzione deve essere dedicata ad un mimetismo perfetto.
Questo fattore risultera’ allo stesso modo estremamente importante per ottenere immagini da sogno e non spaventera’ i soggetti che in futuro continueranno a frequentare quelle zone.
La situazione piu’ rischiosa e’ durante il periodo di riproduzione.
Pericolosa poiche’ specialmente per l’avifauna dopo essere stati scoperti dal predatore ( noi fotografi per intenderci siamo visti come tali ) i soggetti adulti facilmente abbandonano le nidiate sia che ci siano le uova sia che ci siano i pulli !!!!!
Evitate sempre l’avvicinamento ai nidi senza distinzione di specie se non con un bel 1200mm Canon ( duplicato ).
Puo’ capitare di trovare in Natura un piccolo caduto dal nido , purtroppo il gesto di riporlo con i suoi fratelli spesso si tramuta in una strage di tutta la nidiata per i motivi sopra descritti , pertanto evitate questo gesto anche se spinti dalla tenerezza di quella scena straziante.
E’ da dirsi che in Natura esiste un ciclo di salvaguardia della specie che porta i genitori a gettare dai nidi i soggetti piu’ deboli o malati per non trascurare i piu’ forti lasciando a loro tutta la cura possibile o crescendo dei soggetti portatori di malattie , percio’ non ci intromettiamo mai !!!
Altro divieto da tenere in considerazione e’ il cibo , non dare mai del cibo alla fauna selvaggia.
Primo motivo perche’ non si deve abituare all’uomo se vuole campare degli anni , secondo motivo noi non sappiamo quale sia la dieta migliore per la loro salute e rischiamo di dare cibi che addirittura risultino tossici o mortali.
Un esempio pratico lo posso portare facendo un esempio alla portata di tutti , per gli psittacidi ( pappagalli ) la cioccolata e’ mortale , semplicemente si spappola il fegato nel giro di 24 ore !!!!
I canarini quindi della famiglia dei granivori trovano estremamente tossico il latte!!!! Voi direte ma mica gli do’ da bere il latte !!! sbagliato , magari stiamo mangiando un bel panino con all’interno un formaggio e attorno al pezzettino di pane che gettiamo non ci accorgiamo che vi e’ rimasto un pezzo di formaggio , ecco il latticino tossico !!!
insomma per farla breve e’ severamente vietato dare del cibo alla selvaggina , di ogni genere!!!!
Esiste Pero’ una tecnica utilizzata da i fotografi piu’ esperti per attrarre vari soggetti magari verso un posatoio artificiale che consiste nel somministrare nei paraggi alcuni cibi ma si tratta di cibi che si trovano in quell’ambiente come sementi particolari o bacche di cui molti volativi vanno ghiotti , quindi e’ un utilizzo responsabile dei cibi come attrattivo ma questo lo si impara solo con molta esperienza e con un duro lavoro di osservazione delle abitudini dei soggetti da immortalare.
L’ultima regola ma non per importanza e’ quella dell’uso del flash in natura.
Spesso addirittura e’ vietato in certe zone , specialmente se frequentate abitualmente da uccelli notturni rapaci e non.
L’uso del flash e’ oltre che fastidiosissimo anche pericoloso per l’incolumita’ dei soggetti fotografati , possono andare incontro alla morte per un attacco epilettico , essere predati per disorientamento , abbandonare la nidiata o addirittura morire di infarto.
Pertanto e’ consigliabile l’uso solo di giorno , su lunghe distanze per schiarire le ombre ove ve ne sia la necessita’ , anche se questo puo’ essere fatto con una leggera rivisitata in post produzione.
Le regole da tenere in considerazione sono solo queste in fin dei conti , serve solo un po’ di educazione e rispetto per tutto cio’ che ci circonda.
Parliamo ora di tecnica
LUOGHI
Gli ambienti che si addicono maggiormente per la caccia fotografica sono senza dubbio le zone palustri come casse di espansione , laghi e cosi dei fiumi.
In Italia esistono tantissime oasi attrezzate dove poter fare caccia fotografica anche se per molti ( me compreso ) quella non e’ caccia fotografica , in quanto e’ molto piu’ facile trovare dei bei soggetti anche relativamente vicini ai capanni.
Esistono inoltre anche aree protette dette Oasi naturalistiche aperte dove spesso non vi e’ nessun riparo per l’osservazione e per frequentare queste aree e’ necessario un permesso rilasciato dall’ufficio ambiente o dalla societa’ che la gestisce , come ad esempio la LIPU e il WWF molto attivi e presenti sul nostro territorio.
Un altro luogo molto esteso am che con le dovute conoscenze delle abitudini della fauna puo’ regalare grandissime soddisfazioni sono le zone montane.
In Italia siamo praticamente circondati dalle montagne pertanto non e’ difficile trovare dei luoghi adatti ma in questo caso la locazione migliore per appostarsi richiede un lungo periodo di osservazione e questo spesso scoraggia i novelli fotografi che preferiscono recarsi in aree attrezzate.
Da non sottovalutare come ambiente ricco di soggetti , specialmente nel periodo invernale e’ il parco pubblico dietro casa.
In questi luoghi spesso si fanno gradevoli incontri con frigillidi e passeriformi senza tralasciare i simpatici anatidi quasi sempre presenti se vi e’ un laghetto.
Percio’ riassumendo abbiamo quattro luoghi dove poter svolgere la nostra amata caccia fotografica.
Analizziamo ora quale e’ l’approccio migliore per ottenere dei risultati
zone umide e corsi dei fiumi
Premetto che in tutti questi casi il nostro abbigliamento e la nostra attrezzatura dovra’ essere il piu’ possibile mimetico e se possibile il linea con i colori della stagione.
Queste sono le aree dove io svolgo quasi in toto la mia attivita’ fotografica naturalistica , poiche’ siamo a stretto contatto con la Natura e qui vi si puo’ praticare quella che e’ piu’ correttamente chiamata “caccia fotografica dinamica” oppure ad inseguimento.
Ci troviamo a tu per tu con la natura , la prima cosa da fare e’ dare un’occhiata generale all’ambiente , scovare movimenti e magari cercare di identificare le specie esistenti per capirne quale approccio adottare per l’avvicinamento.
Normalmente in queste aree l’orario di arrivo deve essere molto vicino all’alba , questo per anticipare l’inizio attivita’ delle specie che qua stazionano ed evitarne lo smarrimento.
Osservato il tutto si cerca una zona ben riparata per appostarsi , un cespuglio , un albero una roccia , insomma un elemento naturale presente in quell’ambiente.
A questo punto abbiamo due scelte per mimetizzarci , la prima e’ semplice e richiede uno sgabello , un telo mimetico un monopiede o ancora meglio un treppiede per una maggiore stabilita’.
Preparato il tutto non ci resta che settare la macchina in base alle esigenze di luce attuali e . . . . tanta ma tanta pazienza.
Altra soluzione e’ il capanno mimetico , attenzione pero’ , in commercio esistono svariati modelli di capanni mimetici ma spesso non sono curari e per forma , tessuto e dimensione possono ottenere il risultato opposto , ovvero spaventare i soggetti.
Va detto che il capanno risulta molto piu’ comodo al fotografo poiche’ permette piu’ movimenti ma spesso la selvaggina in particolar modo l’avifauna e’ scettica per quella presenza in quanto sono abituali e memorizzano l’ambiente che li circonda , quindi il capanno risulta una novita’.
Per ovviare a questo problema il tessuto deve essere assolutamente opaco e se possibile presentare frange o addirittura essere del tipo effetto foglia che con una leggera brezza riproduce il movimento delle foglie di un cespuglio.
Questo tipo di capanno e’ l’unico che mi ha permesso dei risultati ottimi da quando faccio caccia fotografica.
Per la caccia fotografica dinamica invece l’abbigliamento fa tutta la differenza , premetto che e’ la tecnica piu’ difficile ma che da’ maggiori soddisfazioni.
Mimetica dalla tasta ai piedi e possibilmente mimetizzare anche la faccia con un passamontagna o una rete apposita ( non e’ necessario utilizzare i colori alla Rambo )
Portarsi dietro meno attrezzatura possibile , no allo zaino che aumenta le nostre dimensioni e spezza la schiena alla fine della giornata , ottimo uno zoom per evitare in caso di necessita’ ogni minimo movimento necessario magari per mettere o togliere un extender , in questa disciplina il 100-400 e’ insuperabile.
Questa disciplina implica un movimento alla ricerca dei soggetti continua ma questi movimenti devono essere fatti con criterio altrimenti invece di avvicinarci ai soggetti si fa la parte dell’apripista smarrendo ogni forma vivente del luogo.
Utile se non indispensabile e’ il muoversi da un riparo all’altro come i cespugli.
Risalendo un corso d’acqua ( bellissimo ma massacrante ) ci si dovra’ immergere nella flora delle sponde ma fate attenzione spesso si trovano dei rovi !!!!! e le buche coperte dalla vegetazione sono invisibili fino a che non vi mettete il piede dentro.
Come avrete capito questo tipo di caccia fotografica e’ per i piu’ esperti e allenati fisicamente ma alla fine e’ quella che regala maggiori soddisfazioni.
Aree attrezzate
Le oasi presenti in tutto il nostro territorio , sono i luoghi piu’ facili da visitare e consentono quasi sempre di portare a casa degli scatti belli , in questo caso il mimetismo riguarda solamente il vestiario e l’attrezzatura , non serve altro poiche’ spesso sono presenti dei capanni ben attrezzati e progettati per poter fotografare in tutta tranquillita’.
La selvaggina e’ gia’ abituata alla presenza dei capanni e credetemi sanno anche che all’interno c’e’ l’uomo ma che e’ del tutto innocuo quindi non e’ difficile che vi si avvicinino alle postazioni.
Queste zone sono adatte ai meno esperti e a chi si vuole avvicinate a questa fantastica disciplina senza eccedere nelle spese di attrezzatura piu’ adatta ad aree libere ma vedrete che con il tempo la tendenza sara’ quella di annoiare.
Parchi pubblici
In ogni citta’ si trovano dei parchi pubblici , in queste zone e’ facilissimo fare dei simpatici incontri con soggetti normalmente sfuggevoli se non impossibili da immortalare a breve distanza.
Verdoni , Cardellini , Fringuelli , Cincie , Cinciarelle , Pettirossi ecc ecc sono frequentatori abituali di queste zone , specialmente in Inverno quando il cibo comincia a scarseggiare.
Perche’ si trovano qua??????
Non di certo per leggersi un bel romanzo in santa pace o per portare i propri piccoli a fare due svolazzate.
Il vero motivo e’ il cibo , o per meglio dire il cibo che in queste aree si reperisce facilmente in quanto frequentato da bambini e famiglie che lasciano dietro ogni passaggio briciole di pane di cui questi soggetti vanno molto ghiotti ( anche se fa a causa del lievito puo’ causare dei danni al loro organismo ) .
L’appostamento e’ semplicissimo e l’attrezzatura da portare con se’ e’ poca.
Zona di appostamento una qualsiasi panchina e come attrezzatura da 300mm in su ( 400 e’ meglio) e un monopiede per aiutare la stabilita’ della macchina.
E’ da precisare che un’occhiata ai movimenti e abitudini dei soggetti presenti i quell’area e’ sempre d’obbligo per scegliere l’appostamento migliore.
Zone montane
Uno dei panorami piu’ affascinanti e ricchi di selvaggina in assoluto e’ proprio la montagna.
In queste aree si trovano soggetti unici e difficili da immortalare come gli ungulati , razze di avifauna abbastanza rari come il gallo cedrone la pernice reale e il fagiano tenebroso , senza dimenticare i rapaci.
Per la caccia fotografica in questi posti e’ davvero difficile ed estenuante fisicamente , preparatevi a fare delle lunghe camminate lungo i sentieri e se potete evitate di perdervi.
I luoghi migliori sono lungo i torrenti , vicino a pozze o laghetti , nei margini di spianate aperte dove e’ facile trovare cervi e altri ungulati intenti a foraggiare , in alta montagna riparati dalle rocce per immortalare mufloni , daini , stambecchi ecc. ecc.
Purtroppo la mia esperienza in questi luoghi e’ molto limitata ma di certo so’ che come attrezzatura vige la regola di chi risale i torrenti , viaggiare leggeri e praticita’ massima di focali ( 100-400 ).
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